Uccide la madre perché le vieta il cellulare e il pc.

    Uccide la madre perché le vieta il cellulare e il pc.

    Il sequestro dei dispositivi elettronici avrebbe scatenato la furia omicida della figlia.

    È stata arresta oggi dai carabinieri di Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria,  la giovane diciasettenne accusata dell’omicidio della madre, un’infermiera di 44 anni. L’omicidio risale al 25 maggio scorso quando la giovane, al termine di un’ennesima lite con la donna, avrebbe impugnato la pistola, legalmente detenuta dal padre, e fatto fuoco.  Sarebbero stati i continui rimproveri della madre, dovuti principalmente allo scarso rendimento scolastico, a scatenare la violenta reazione della diciassettenne. Sin da subito, i sospetti degli inquirenti si erano indirizzati verso la figlia, la cui versione non ha mai convinto pienamente ; la fantomatica ombra vista nel salotto di casa ,infatti,  non ha mai  trovato alcun riscontro nelle indagini.  Aveva inoltre  sempre negato di aver mai  maneggiato quell’arma, fatto prontamente smentito dall’esame dello stub che ha rilevato su di lei tracce di polvere da sparo. Ad aggravare ulteriormente l’impianto accusatorio, la presenza di tre impronte parziali sull’arma, una delle quali risulta appartenere al dito indice della mano della ragazza.

    Un omicidio che riaperto nuovamente la diatriba sull’uso sconsiderato delle nuove tecnologie:  “Occorre pensare – scrive Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, in una nota – all’importanza del dialogo intra-familiare, alla relazione tra genitori e scuola per raggiungere un’intesa armonica ad esclusivo beneficio dei ragazzi (…). E’ tempo di dialogo, di ricostruzione di un tessuto lacerato dal troppo delegare da parte dei genitori e dal ritardo contenutistico di una scuola restia ad adottare l’educazione ai media e al loro corretto utilizzo come disciplina fondamentale. Dall’ineducazione nasce il capriccio che si trasforma in ira violenta ed assassina”

    Dello stesso avviso è la dottoressa Paola Vinciguerra, psicologa e psicoterapeuta Eurodap, che ribadisce l’importanza  del dialogo tra genitori e figli:

    “Vietare l’utilizzo di internet “diventa la scelta estrema delle famiglie che si sentono impotenti di fronte all’utilizzo alienante che ne fanno i figli vissuta dai giovani come una sorta di attacco alla loro precaria identità, come un limite insopportabile. L’assenza di una adeguata capacità di gestire le frustrazioni e le emozioni fa poi il resto generando reazioni scomposte, aggressive e purtroppo a volte anche fatali”. le famiglie devono cercare di non  abdicare ai propri ruoli educativi” privilegiando non “l’autoritarietà netta e drastica” ma “l’ascolto e il dialogo all’interno della famiglia e un continuo e serio confronto genitori-scuola”.