VIOLANTE: RINUNCIA ALLA CONSULTA “PER OFFESE A ISTITUZIONI E PERSONE”

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    Con una lettera al Parlamento Luciano Violante ha deciso di rinunciare ufficialmente alla sua candidatura per l’elezione a componente della Corte Costituzionale. Una decisione, quella di Violante, che arriva dopo venti votazioni andati a vuoto per mancanza di un’accordo fra le forze politiche. Una situazione di stallo, determinata da veti incrociati e da trame interne ai partiti,  che non ha mai consentito di raggiungere il cuorum necessario. Tutto questo ha determinato, secondo l’ex presidente della Camera un clima ormai insostenibile. Nella   lettera aperta ai “Signore e Signori del Parlamento”in cui denuncia una “deriva che offende l’autorevolezza delle istituzioni e la dignità delle persone”, Violante  invita a “scegliere altra personalità ritenuta più idonea ad ottenere il consenso necessario”. L’elezione di due giudici laici alla Corte Costituzionale è una vicenda che sta bloccando i lavori del parlamento da settimane, con 20 sedute del parlamento in seduta comune finite tutte con una fumata nera. Nessuno dei candidati ha raggiunto l’altissimo quorum richiesto, con scambi di accuse tra Partito Democratico e Forza Italia. Il Pd ha sempre sostenuto la candidatura di Violante, ma negli ultimi giorni il premier aveva aperto a un superamento del nome di Violante, tenendo la mano al Movimento 5 stelle. Che ieri ha risposto accusando Renzii di volere una ” trattativa segreta” “.Forza Italia, nelle 20 votazioni, ha bruciato tre diversi candidati: prima Antonio Catricolà, poi Donato Bruno poi  Bruno, infine Ignazio Francesco Caramazza. Pd e Fi si sono accusati reciprocamente di non sostenere compattamente i candidati del ticket su cui doveva esserci accordo. Nella partita delle votazioni per la Consulta si inserisce anche l’elemento del Csm. Il parlamento doveva infatti eleggere anche i membri laici del Consiglio superiore della magistratura, riuscendoci salvo poi vedersi Respinta dall’organismo la scelta di Teresa Bene per mancanza di titoli