Weber a Lega-M5S, giocate col fuoco

    “State giocando col fuoco perché l’Italia è pesantemente indebitata”. Lo afferma il leader dei Popolari europei (Ppe), Manfred Weber, in una dichiarazione ai media tedeschi precisando che “le azioni irrazionali o populiste”, da parte del futuro governo targato M5S-Lega “potrebbero provocare una nuova crisi dell’euro”. Weber prosegue lanciando “un appello a restare entro i confini della ragione”.
    “Nella vita di tutti i giorni, non c’è alternativa che lavorare a stretto contatto e in collaborazione con i nostri vicini in Europa”, prosegue Weber. “Per questo spero che le persone finiscano per rendersi conto che il populismo diffonde molte bugie e non offre nessuna risposta costruttiva”, conclude il leader dei Popolari europei, precisando di “rispettare” comunque il “risultato elettorale” degli italiani.
    Il “Governo Lega-M5S farà gli interessi degli italiani, non quelli dei tedeschi! E’ Weber che scherza con il fuoco: finiti i tempi in cui l’Italia prendeva ordini da Berlino”, è la replica a Weber del capogruppo della Lega al Parlamento europeo, Mara Bizzotto. “Weber pensi agli affaracci suoi, gli italiani sono stanchi di prendere ordini da Bruxelles e da Berlino! Weber si metta l’anima in pace: sono finiti i tempi in cui Merkel e i suoi proconsoli a Bruxelles montavano e smontavano i governi italiani a seconda degli interessi tedeschi e delle loro banche”.
    “Da oggi, con l’accordo di governo Lega-M5S, ci sarà finalmente un governo scelto dai cittadini italiani che farà gli interessi del nostro Paese e non quelli dei tedeschi. Piuttosto perché Weber non dice nulla sul surplus commerciale della Germania che andrebbe pesantemente sanzionato dalla Ue che, invece, fa finta di nulla?”, chiede la capogruppo della Lega Bizzotto.
    “L’intervento a piedi uniti del leader tedesco Manfred Weber contro l’alleanza di governo Lega/M5S è la voce dei padroni del vapore europei infastiditi da un’Italia che osa alzare la testa”. Lo dichiara in una nota l’europarlamentare della Lega Mario Borghezio. “Dalla Germania, che ha caricato sul contribuente europeo i deficit delle sue banche, sarebbe auspicabile un po’ di prudenza sul tema – continua Borghezio -. Non mi risulta peraltro che alcun esponente politico italiano, durante la lunga e penosa fase durata sei mesi delle trattative per il governo tedesco, si sia permesso simili sgradevoli intrusioni”.