‘LEGITTIMA DIFESA’ – COMMERCIANTE REAGISCE AL FEROCE RAPINATORE (RICERCATO) E LO UCCIDE. AVEVA PUNTATO IL REVOLVER ALLA TESTA DELLA SUA BIMBA. CACCIA AI COMPLICI

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    Ci risiamo: ancora estranei incappucciati che con il buio s’introducono minacciosamente in un’abitazione privata, e un padre di famiglia terrorizzato che spara. E’ accaduto nel milanese, a Lucino di Rodano, in casa di un noto commerciante di gioielli. “Volevo solo proteggere la mia famiglia”  ha dichiarato il poveruomo, apparso disperato e seriamente provato dall’accaduto, ripercorrendo la sua serata da incubo davanti al pm Grazia Colacicco, nella caserma dei carabinieri di Cassano d’Adda. I rapinatori, armati e dall’accento straniero, si erano introdotti furtivamente nella sua casa: quello che sembrava essere il capo ha puntato un revolver alla testa della figlia 11enne del commerciante minacciandolo di consegnare ogni suo avere. Approfittando di un momento di distrazione del malvivente l’uomo avrebbe esploso dei colpi in aria e sul muro, allo scopo di intimidire i furfanti. Per tutta risposta il bandito avrebbe invece puntato l’arma ingaggiando un conflitto a fuoco (secondo i carabinieri all’interno della villetta sarebbero stati esplosi almeno una decina di colpi). Ad avere la peggio è stato il rapinatore, identificato in Valentino F., un albanese di 37 anni con pericolosi precedenti penali e ricercato per evasione: nel 2014 è fuggito dal carcere palermitano Pagliarelli, dove stava scontando l’ergastolo per omicidio.  “Stiamo valutando le carte ma sembra che siamo nell’ambito della legittima difesa”,  ha affermato dalla procura il pm Alberto Nobili. All’interno della villetta, oltre alla 357 magnum usata dal rapinatore ucciso, sarebbe stata trovata anche un’altra pistola con la matricola abrasa.  In ambito giudiziario non escludono però l’avvio di un’indagine formale a carico del gioielliere – un atto dovuto, specificano – che consentirebbe così, come da prassi, gli esami autoptici sul cadavere dell’albanese. Ora è caccia al resto della ferocissima gang: sono armati e pericolosi. I carabinieri di Cassano d’Adda stanno lavorando intensamente. Ci si domanda: ma cosa bisogna fare per non doversi trovare in queste orribili situazioni? Come vivrà ora questo onesto lavoratore e padre di famiglia, tra il terrore ed il rimorso?

    Max