‘NON VOGLIO PIÙ SOFFRIRE’, UN 72ENNE TREVIGIANO DA ANNI MALATO DI SLA MUORE FACENDOSI ADDORMENTARE. L’ASSISTENTE DELL’ASSOCIAZIONE ONCOLOGICA: ‘NON È EUTANASIA’

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    “E’ il primo caso di sedazione profonda somministrata a un malato di Sla, mentre è una prassi consolidata per i malati oncologici terminali”, ha spiegato Anna Tabarin di ’Curaconcura’, l’associazione di infermieri che seguiva da due anni il 70enne Dino Bettamin, di Montebelluna, da cinque afflitto dalla Sla. “Voglio dormire fino all’arrivo della morte, senza più soffrire”, ripeteva l’uomo da tempo, e ieri pomeriggio questa sua ultima volontà è stata assecondata con una sedazione profonda palliativa. Ma, come si affretta a precisare la Tabarin, “Non c’entra nulla con l’eutanasia, tanto che Dino non ha nemmeno chiesto che gli fosse staccata la respirazione artificiale, e l’idratazione non è stata sospesa fino a dopo la morte che è sopraggiunta per un arresto cardiaco naturale”. Si tratta, spiega ancroa l’assistente sanitaria, del “primo caso in cui un paziente esprime una volontà così limpida e cristallina che gli venga somministrata la sedazione profonda, ed è stata espressa dopo un approfondimento etico e culturale molto lungo, durato due anni dalla diagnosi del 2012 non si è mai arreso, nemmeno quando, due anni fa, era stato dimesso dall’ospedale come malato terminale con una aspettativa di vita di 15 giorni. Noi abbiamo iniziato ad assisterlo allora. E da due anni non è più stato ricoverato in ospedale e in questi ultimi due anni ha fatto una vita normale: usciva di casa, andava a cena con gli amici, se pur in carrozzina e con il respiratore. Purtroppo, la Sla – afferma l’attivista di ’Curaconcura’ – è una malattia degenerativa e siamo arrivati all’ultimo mese, dopo l’ultima grave crisi respiratoria è aumentato anche il suo stato di angoscia, diventato sempre più ingestibile. E la scorsa settimana quando si è reso conto che stava crollando, anche psicologicamente, ciha detto di non essere più in grado di reggereuna crisi simile e di voler dormire fino alla fine”.