‘SEPPELLIRE I RIFIUTI, È IL METODO MENO SOSTENIBILE DAL PUNTO DI VISTA AMBIENTALE’, PER LE 44 DISCARICHE ANCORA NON A NORMA O CHIUSE, ITALIA DEFERITA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA UE

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    Quelle 44 discariche di riifuti non messe a norma o chiuse, “rappresentano un serio rischio per la salute umana e per l’ambiente. Malgrado precedenti avvertimenti della Commissione, l’Italia non ha adottato misure volte a mettere a norma o chiudere le discariche, come richiesto dalla direttiva in materia”. Con queste motivazioni la Commissione Europea ha quindi deciso di portare l’Italia davanti alla Corte di Giustizia dell’Ue. Pur constatando “alcuni progressi”, tuttavia secondo Bruxelles entro il maggio 2017 – come invece previsto – non state adottate da parte del nostro paese le misure necessarie. Quindi la decisione di portare l’Italia in Corte di Giustizia, sarebbe ‘anche’ un modo per velocizzare indirettamente il processo. Come tiene inoltre a sottolineare la Commissione, vi sono molti modi per disfarsi dei rifiuti, ma seppellirli sotto terra, nelle discariche, è il metodo “meno sostenibile dal punto di vista ambientale e dovrebbe essere tenuto al minimo assoluto”. In particolare, così come per tutti gli altri Stati membri, l’Italia era obbligata, entro il 16 luglio 2009, a mettere a norma le discariche autorizzate o già operative prima del 16 luglio 2001, oppure a chiuderle. A causa dei progressi insufficienti, la Commissione aveva già inviato un parere motivato aggiuntivo nel 2015, esortando l’Italia a trattare 50 siti in modo adeguato, siti che costituivano un rischio per la salute della popolazione e per l’ambiente. 

    M.