’ESPRIMIAMO GRATITUDINE ED APPREZZAMENTO PER L’OFFERTA MA È IMPOSSIBILE PORTARE IL PICCOLO CHARLIE A ROMA’. IL MINISTRO JOHNSON AL TELEFONO CON ALFANO. I MEDICI INGLESI: ECCO PERCHÉ…

    immagine-social-27-780x450.png (780×450)
    Niente da fare: il piccolo Charlie gard non si muoverà dall’ospeale londinese dove è ricoverato. Lo ha reso noto stamane la Farnesina, dopo il colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, ed il ministro degli Esteri Angelino Alfano, che ha più volte ribadito ’al suo collega’ l’offerta dell’ospedale pediatrico romano ’Bambino Gesù’ a farsi carico del bimbo gravemente malato. Come ha poi spiegato Alfano, “Johnson ha espresso gratitudine ed apprezzamento per l’offerta italiana di trasferire al Bambino Gesù il piccolo Charlie Gard, ma ha spiegato che ragioni legali impediscono alla Gran Bretagna di accoglierla”. Intanto, vista la grandissima mole di orfferte di aiuto al piccolino, i medici inglesi, non volendo certo passare da incoscienti o folli, hanno reso note quali sono le problematiche che affligono Charlie, e perché – loro malgrado – hanno optato per il distacco delle macchine che lo tengono ancora in vita: “Il cervello, i muscoli e la capacità di respirare sono tutti severamente compromessi. In più, Charlie soffre di una sordità congenita e di un grave disturbo epilettico. Anche il suo cuore, i reni e il fegato sono malati. Il bimbo soffre inoltre di un indebolimento muscolare progressivo – si legge nel comunicato stilato dall’ospedale londinese che lo ospita – e non può muovere le braccia o le gambe né respirare autonomamente. Charlie non riesce a tenere aperte le palpebre mentre gli occhi puntano in diverse direzioni a causa dell’indebolimento muscolare”. Come se non bastasse, “La retina di Charlie stenta a svilupparsi e le sue onde cerebrali suggeriscono che non sarà mai in grado di stabilire normali schemi visivi che dovrebbero invece essere appresi in età precoce”. Motivi per cui, ribadiscono ancora i medici inglesi: ’There is no cure for Charlie’s condition’, non ci sono cure per la malattia di Charlie, che è in fase terminale.
    M.