Abolire il reato di tortura, la proposta di Fratelli d’Italia

    “Impedisce agli agenti di fare il proprio lavoro”: con queste parole Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, avanza la proposta di abolire il reato di tortura. Il disegno di legge mira ad aumentare le pene per un reato come la minaccia a pubblico ufficiale.
    Abrogare legge che il precedente Parlamento aveva messo a regime dopo una procedura molto lunga e complessa: il reato di tortura entra nel mirino di FdI, perché, secondo il partito, impedisce agli agenti di fare il proprio lavoro”. Poi cancella il tweet. Immediate le numerose reazioni contrarie sui social e non solo, laddove episodi a dir poco controversi come quelli di Cucchi, Uva e Aldrovrandi restano pietre miliari di un corpus legale che molti ritengono imprescindibile.
    Al tempo stesso, la Meloni sostiene di aver proposto anche di aumentare le pene per i reati di minaccia o resistenza a pubblico ufficiale. Due proposte di legge che Fratelli d’Italia ha presentato a Montecitorio e per cui Giorgia Meloni si è messa in prima linea.
    “Noi diamo la nostra disponibilità a dare una mano al governo sulle questioni per cui siamo stati votati, purtroppo registriamo una chiusura su alcune nostre proposte”, ha sostenuto la Meloni, che prosegue: “Tutti siamo contrari alla tortura, ma bisogna capire cos’è la tortura. Se dai 12 anni a un agente per minacce psicologiche, io non sono d’accordo”.
    Il deputato Edmondo Cirielli afferma che “siamo di fronte a un’emergenza. Negli ultimi anni le aggressioni ai danni delle forze dell’ordine sono aumentate in modo impressionante. Noi vogliamo portare da un minimo di sei a un massimo di dieci anni le pene per questo tipo di reato, che ora vanno da sei mesi a quattro anni”. Quanto al reato di tortura, FdI pensa di abrogare il reato così com’è e di trasformarlo in una serie di circostanze aggravanti. “Non c’è bisogno di prevedere un automatismo – ha detto Cirielli – noi vogliamo impedire la criminalizzazione delle forze dell’ordine che c’è stata nella scorsa legislatura per motivi ideologici”.