APPLE – IL CEO TIM COOK, PRONTO A SFIDARE ANCHE LA CORTE SUPREMA, RILANCIA: ‘SBLOCCARE L’IPHONE DEL KILLER DI SAN BERNARDINO SAREBBE COME UN CANCRO’

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    Non si placano le polemiche seguite al rifiuto dell’Apple (su richiesta dell’Fbi e di un giudice federale) di sbloccare l’Iphone dell’attentatore della strage di San Bernardino, che insieme alla moglie, Tashfeen Malik, lo scorso dicembre ha ucciso 14 persone e ne ha ferite altre 17 in California. “Farlo sarebbe una cosa negativa per l’America. Alcune cose sono difficili, alcune cose sono giuste, ed alcune cose sono entrambe le cose, questa è una di quelle”, Tim Cook, Ceo del colosso di Cupertino, è tornato a rimarcare il suo punto di vista, pur sapendo di rischiare di comparire innanzi alla Corte Suprema per aver disatteso l’esplicita richiesta dell’Fbi. Cook sostiene che il governo americano ‘pretende’ che Apple, con la richiesta di creare una “back door” di accesso allo smartphone di Syed Rizwan Farook, sviluppi qualcosa come “l’equivalente in software del cancro”. “Saremo pronti a portare avanti fino alla fine questa questione – ha ammonito il Ceo dell’Apple, che ha poi avuto parole dure per la gestione del caso –  Abbiamo saputo dell’intervento del magistrato dalla stampa, e non credo che una cosa così importante per il Paese debba essere gestita così”. Intanto il New York Times ha pubblicato la notizia secondo la quale Apple, visto ‘il precedente’, starebbe addirittura progettando una nuova versione di iPhone con misure di sicurezza ancora maggiori per rendere sempre più difficile forzarlo. Per accedere ai dati dell’Iphone deve essere digitata una password di cui è a conoscenza soltanto il proprietario del telefono. Dopo 10 tentativi i dati vengono automaticamente distrutti. Ciò che l’Fbi ha chiesto ad Apple è quello di sbloccare l’autodistruzione dei dati, dando così ai tecnici informatici dell’Intelligence la possibilità di tentare quante volte occorre l’immissione di una password. E’ quanto riporta il New York Times.

    M.