ASPETTANDO IL REFERENDUM DEL 17 APRILE: ‘ECCO 3 PROVVEDIMENTI PER RILANCIARE LE RINNOVABILI’, LEGAMBIENTE GETTA IL GUANTO DI SFIDA A MATTEO RENZI

    piattaforma-offshore.jpg (524×358)

    “Prendiamo sul serio l’impegno di Matteo Renzi come ministro dello Sviluppo economico ad interimche vuole portare al 50% la produzione da fonti rinnovabili rispetto ai consumi elettrici entro la legislatura, e poiché iamo convinti che ciò sia realizzabile, vogliamo contribuire concretamente con le nostre proposte da approvare nel prossimo Consiglio dei ministri per evitare che questa promessa risulti come l’ennesimo tentativo di far fallire il referendum del 17 Aprile”. Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente, lanica il guanto di sfida al Governo indicando 3 provvedimenti “da sbloccare subito perché il 50% di rinnovabili nella legislatura diventi realtà”, e Zanchini sottolinea Biometano, autoproduzione da fonti rinnovabili, decreto per le rinnovabili non elettriche. “L’impegno preso ieri da Renzi nello scambio avuto con i cittadini tramite social network è una buona notizia – sottolinea il vicepresidente di Legambiente – perché rappresenta ilprimo chiaro impegno a favore delle rinnovabili, preso, evidentemente, grazie al dibattito in corso sul referendum sulle trivelle. Fino a ieri nei 26 mesi del suo governo, la realtà è stata un’altra: i numeri delle installazioni di fonti rinnovabili raccontano proprio un vero e proprio tracollo delle installazioni, passate dagli oltre 11mila MW nel 2011 ai 300 circa del 2015. Per questo Legambiente propone al presidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico ad interim, di intervenire con provvedimenti mirati a superare le barriere che oggi impediscono lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Il primo dovrebbefar saltare il divieto di immissione alla rete Snam del biometanocome alternativa al gas estratto nelle nostre coste. Una scelta quindi direttamente legata al tema oggetto del referendum. Il secondo intervento normativo dovrebbeliberare l’autoproduzione da fonti rinnovabili e la produzione e distribuzione locale, da barriere e tasse che oggi impediscono investimentiche sarebbero a costo zero per lo Stato. Infine – spiega ancora il dirigente dell’associazione ambientalista – occorreapprovare subito il Decreto di incentivo per le rinnovabili non fotovoltaiche, perché da due anni gli investimenti sono bloccati, modificando però la bozza presentata dal ministro Guidi che prevedeva di premiare impianti non rinnovabili, come le mega centrali a biomasse e gli inceneritori, invece dell’eolico e delle altre vere rinnovabili integrate nei territori”.