BCE: IL BOLLETTINO MENSILE DELL’ISTITUTO DI FRANCOFORTE PREVEDE UNA RIPRESA CHE PROCEDE A RITMO MODERATO MA COSTANTE. PREOCCUPA LA DEBOLEZZA DELLA DOMANDA ESTERA

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    Nelle proiezioni contenute nel bollettino mensile, l’istituto di Francoforte rivela di confidare in un’espansione economica che procederà a un ritmo moderato ma costante. In futuro, spiegano dalla Bce, la domanda interna dovrebbe essere sorretta dalla trasmissione delle misure di politica monetaria all’economia reale. E le favorevoli condizioni finanziarie e il miglioramento della redditività delle imprese seguitano a promuovere la ripresa degli investimenti. A tutto ciò, si legge ancora nel bollettino della Bce, vanno presi in considerazione i prezzi ancora relativamente bassi del petrolio e i durevoli incrementi dell’occupazione, legati anche alle passate riforme strutturali, forniscono ulteriore sostegno al reddito disponibile reale delle famiglie e ai consumi privati. Così come, per il 2017, la Bce ritiene probabile l’orientamento aggregato delle politiche di bilancio sia sostanzialmente neutrale nell’area dell’euro. Tuttavia, avverte l’istituto guidato da Mario Draghi, ci si attende che la ripresa economica sia frenata dalla perdurante debolezza della domanda estera, dagli aggiustamenti di bilancio necessari in diversi settori e dalla lenta attuazione delle riforme strutturali. I rischi per le prospettive di crescita nell’area dell’euro restano orientati al ribasso e sono connessi principalmente al contesto esterno. Inoltre, aggiunge la Bce, in seguito al risultato del referendum sulla Brexit non sarà possibile escludere conseguenze negative sull’area dell’euro nel medio termine. L’impatto aggregato, spiega l’istituto di Francoforte, dipenderà essenzialmente dalla futura evoluzione dell’interscambio tra area dell’euro e Regno Unito nonché dalle ricadute indirette connesse a paesi terzi. Gli effetti potrebbero variare da un Paese all’altro dell’area, a causa di differenze riguardanti, ad esempio, la rilevanza della sterlina per i tassi di cambio effettivi delle singole economie e i legami commerciali di queste ultime con il Regno Unito. Al tempo stesso, conclude la Bce, l’attività economica dell’area dell’euro potrebbe forse beneficiare, ad esempio, del potenziale trasferimento dei servizi finanziari o dei maggiori flussi di investimenti diretti esteri reindirizzati dal Regno Unito verso l’area.