BERLINO – CACCIA A UN TUNISINO. L’EROISMO DELL’AUTISTA POLACCO: HA LOTTATO PER EVITARE LA STRAGE. LA PROCURA DI ROMA APRE UN FASCICOLO SULLA SCOMPARSA DI FABRIZIA

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    Mentre in Germania è caccia all’uomo (“Siamo fiduciosi, abbiamo molte piste ed elementi consistenti”, hanno tenuto a sottolineare gli inquirenti), è stata ritenuta attendibile la rivendicazione del sedicente Stato Islamico in merito al drammatico attentato avvenuto l’altra sera nel mercatino natalizio di Berlino, che ha provocato 12 morti e 46 feriti, 14 dei quali versano tuttora  in gravi condizioni. Il Califfato attraverso la ‘sua ‘ agenzia di stampa, al-Amaq, ha ribadito che l’autista del tir assassino era “un soldato dello stato islamico”. Come ha reso noto oggi la la Allgemeine Zeitung, la polizia starebbe dando la caccia ad un tunisino, i cui documenti di immigrazione sono stati trovati all’interno del Tir usato nell’attacco. Secondo ’Der Spiegel’, l’uomo ricercato si chiama Anis A. ed è nato nel 1992, a Tataouine, nel sudest della Tunisia. Il giornale ’Allgemeine Zeitung’ e la radio pubblica dell’Assia hanno riferito che nella cabina del camion è stato trovato un documento ufficiale tedesco, intestato al tunisino, che permette al rifugiato di restare nel Paese fino alla sua espulsione una volta che la richiesta di asilo viene respinta. Le autorità tedesche hanno anche affermatoche è stato rilasciatoil richiedente asilo pachistanoche era stato sospettato di aver preso parte all’attentato. L’ufficio del procuratore federale di Karlsruhe ha spiegato che il 23enne di origini pachistane identificato come Navedi B. è stato rilasciato perché non c’erano sufficienti prove per giustificare il suo fermo. A convincere gli inquirenti sarebbe stata la totale assenza di tracce di sangue indosso all’uomo mentre la cabina del camion ne era completamente imbrattata. L’uomo ha fornito agli inquirenti una quantità considerevole di informazioni durante gli interrogatori e negato di aver alcun ruolo nell’attentato. Dunque non ci sono più dubbi sul fatto che l’autista 37enne dell’autoarticolato polacco non abbia responsabilità sull’accaduto. Anzi, a quanto pare, avrebbe agito eroicamente. Attente ispezioni della cabina del Tir hanno infatti appurato che si sarebbe consumatauna lotta tra l’autista polacco, prima vittima dell’attacco,e lo stesso attentatore. Come ha riportato oggi il tabloid tedesco ‘Bild’, l’autopsia del polacco avrebbe rivelato che l’uomo era ancora vivo nel momento in cui il suo assassino si è scagliato contro la folla. Tesi confermata da un investigatore che ha sottolineato come, all’interno della cellula di guida, “Ci deve essere stata una lotta” e, compiuta la sua folle corsa tra le bancarelle, prima di fuggire il terrorista avrebbe sparato all’autista uccidendolo. Come dicevamo, oggi gli investigatori hanno lasciato trapelare ottimismo sul fatto che la cattura dell’attentatore sia soltanto questione di tempo: “Siamo relativamente fiduciosi nel fatto che possiamo presentare un nuovo sospetto già domani o nel prossimo futuro”, ha dichiarato Andre Schulzdel sindacato della Bdk. Ieri la polizia attraverso un tweet ha invitato gli abitanti di Berlino a “esercitare particolare allerta. Abbiamo preso l’uomo sbagliato e quindi ci troviamo di fronte a una nuova situazione.Il vero esecutore dell’attentato è ancora armato, a piede libero, e può fare nuovi danni”. Per quanto riguarda poi iltransito sul territorio italiano del tir utilizzato per l’attacco, non ci sarebbe “allo stato delle indagini alcun collegamento”. Fonti investigative interpellate dall’Adnkronos precisano che la circostanza secondo cui il camion avrebbe varcato il confine nazionale il 16 dicembre, ben tre giorni prima dell’attentato, “tenderebbe a far escludere ogni collegamento diretto” con quanto avvenuto a Berlino. Al contrario, non si esclude che l’attentatore si sia impadronito del tir proprio il giorno stesso dell’attentato. Si sta cercando di verificare l’eventualità che il mezzo sia rimasto in sosta in un parcheggio situato non lontano dalla zona del mercatino di Natale scelto dall’attentatore come obiettivo dell’attacco. Tornando invece alle vittime, è stata ormai inserita nell’elenco ufficiale dei dispersi la nostra Fabrizia Di Lorenzo, la 31enne di Sulmona (da diversi anni impiegata in un’azienda di trasporti di Berlino), il cui cellulare è stato rinvenuto sul luogo della strage e lei stessa, poco prima di sparire, avrebbe spiegato ad un’amica di trovarsi proprio lì per “fare qualche pensierino per Natale”. A lanciare un primo appello sui social network, erano stati proprio i parenti della 31enne, i quali non era riusciti a raggiungerla per tutta la notte telefonicamente, dopo aver appreso dell’attentato. Poi ieri, quando Fabrizia non si è presentata al lavoro ed è scattato l’allarme, i sospetti hanno tristemente virato nella realtà.  L’Adnkronos ha contattato telefonicamente l’azienda tedesca presso la quale lavora la cittadina italiana, ma a ogni domanda la risposta è stata, “non possiamo rispondere”. La famiglia Di Lorenzo, è assai conosciuta e stimata a Sulmona; il papà è un dipendente delle Poste, e nel corso della notte la mamma ed il fratello di Fabrizia sono partiti alla volta di Berlino.La giovane si era laureata presso l’Università di Bologna nel 2012, subito dopo ha conseguito un master alla Cattolica di Milan, nel 2013 si era trasferita vive a Berlino. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine, l’ipotesi di reato è attentato con finalità di terrorismo.Il suo fascicolo contiene un rapporto del Ros e l’indagine è affidata al pubblico ministero Francesco Scavo. Sulla scomparsa della cittadina italiana indaga anche la polizia tedesca. “I nostri sforzi sono concentrati su una persona. Stiamo seguendo gli esiti ufficiali delle autorità tedesche competenti.Seguiamo l’evolversi di questi eventi con preoccupazione e trepidazione”, ha detto all’Adnkronos l’ambasciatore italiano a Berlino, Pietro Benassi.

    M.