BRUXELLES – L’ACCUSA DELLA UE ALL’ITALIA SUL SALVABANCHE: ‘GLI ISTITUTI VENDEVANO PRODOTTI INADATTI’. LA CEI: ‘BASTA MISURARE LA VITA CON I SOLDI’

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    La risoluzione che ha coinvolto Banca Etruria, Banca delle marche, Carife e Carichieti, il cui ‘salvataggio’ (lo scorso 23 novembre) è costato i risparmi di un pensionato (suicidatosi per la disperazione), ha sollevato la reazione del commissario Ue alla Stabilità finanziaria, Jonathan Hill, che è intervenuto denunciando come, in questa situazione “ci sono state conseguenze per molte persone molto dure e difficili. Ma le banche in questione stavano vendendo prodotti inadatti ai clienti, che probabilmente non sapevano cosa stessero comprando. Questo apre una questione più ampia di tutela dei consumatori”. Secondo Hill infatti “dobbiamo avere risparmiatori che si sentono sicuri di poter investire su certi prodotti finanziari, e dobbiamo costruire fiducia e avere un quadro normativo per intervenire se qualcosa va male. Serve trasparenza e far sapere alla gente cosa compra”. Il commissario europeo alla Stabilità finanziaria ha ricordato che “in Europa dopo la crisi finanziaria c’è stato molto sostegno, attraverso soldi pubblici, per stabilizzare il settore bancario in difficoltà. E questo è stato fatto con i soldi dei contribuenti”. A tal proposito, le riforme pensate da Bruxelles “è di essere sicuri che quando una banca va in crisi non sia il contribuente a pagare, con conseguenze sull’azzardo morale di queste banche, ma che siano altre figure, dagli azionisti ad altri, che devono essere ritenuti responsabili se qualcosa va male”. Poi, ‘giustamente’, il commissario Ue alla Stabilità finanziaria ha puntato il dito contro il governo italiano, che deve “a essere alla guida” del salvataggio delle banche, e che quindi “ha responsabilità di questo”. Hill ha inoltre sottolineato che “il governo italiano ha discusso a lungo le sue proposte sul pacchetto per salvare le quattro banche” con l’esecutivo di Bruxelles, soprattutto con la direzione generale Concorrenza, e “ha ritenuto che le misure adottate fossero compatibili con la legislazione europea” sui salvataggi delle banche in crisi. “Speriamo che questo faccia riflettere un po’ tutti quanti noi a non misurare la vita e il progresso della civiltà soltanto con il Pil o le percentuali dei soldi. Speriamo di no”, il commento del segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana Nunzio Galantino, scosso dal suicidio del pensionato di Civitavecchia. Intanto l’associazione de ‘Le vittime del salva-banche’, invocano con urgenza di “correggere subito il decreto” e di “riammettere tutti i titoli coinvolti alla libera negoziazione sui mercati”, proprio in virtù delle “informazioni rese note da Banca D’Italia e da Abi riguardo l’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd). L’intervento del Fitd – spiegano ancora ‘Le vittime’ – stoppato da uno standstill della Commissione Europea non formalizzato, avrebbe comportato la messa in sicurezza delle 4 banche, il non coinvolgimento di azionisti ed obbligazionisti subordinati, un minor esborso per il sistema bancario nel suo complesso”.

    M.