Francesco Tedesco chiede scusa. “Chiedo scusa alla famiglia Cucchi e agli agenti della polizia penitenziaria, imputati al primo processo. Per me questi anni sono stati un muro insormontabile”. Questo il tono delle prime dichiarazioni al processo Cucchi-bis, davanti alla Corte dAssise, da parte di Francesco Tedesco, il super teste che dopo nove anni ha puntato il dito sui suoi colleghi carabinieri in merito al pestaggio di Stefano Cucchi. Il militare, imputato anche lui per omicidio preterintenzionale, ha deciso di essere ripreso dalle telecamere e riferirà davanti alla prima Corte dAssise di Roma. Nel frattempo, il generale Giovanni Nistri ha scritto alla sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, mentre lArma dei Carabinieri ha fatto sapere di volersi costituire parte civile nel processo.
Caso Cucchi, la lettera di Nistri a Ilaria
Cera grande attesa dunque per la deposizione di Tedesco nellambito del processo per il caso Cucchi. “Al fotosegnalamento Cucchi si rifiutava di prendere le impronte, siamo usciti dalla stanza e il battibecco con Di Bernardo è proseguito – ha riferito in aula Tedesco. “Mentre uscivano dalla sala, Di Bernardo si voltò e colpì Cucchi con uno schiaffo violento in pieno volto. Poi lo spinse e DAlessandro diede a Cucchi un forte calcio con la punta del piede allaltezza dellano. Nel frattempo io mi ero alzato e avevo detto: Basta, finitela, che cazzo fate, non vipermettete. Ma Di Bernardo proseguì nellazione spingendo con violenza Cucchi e provocandone una caduta in terra sul bacino, poi sbattè anche la testa. Io sentii il rumore della testa, dopo aveva sbattuto anche la schiena. Mentre Cucchi era in terra DAlessandro gli diede un calcio in faccia, stava per dargliene un altro ma io lo spinsi via e gli dissi a state lontani, non vi avvicinate e non permettetevi più. Aiutai Stefano a rialzarsi, gli dissi Come stai? lui mi rispose Sono un pugile sto bene, ma lo vedevo intontito”.
Imputati sono cinque carabinieri nella seconda parte del processo: si tratta di Alessio Di Bernardo, Raffaele DAlessandro e Francesco Tedesco per omicidio preterintenzionale (questultimo deve rispondere anche dellipotesi di reato di falso nellambito del verbale di arresto di Stefano Cucchi e calunnia); inoltre, imputato per Calunnia il maresciallo Roberto Mandolini insieme a Vincenzo Nicolardi, a loro volta nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria che nellambito della prima inchiesta avevano ricevuto laccusa.
Imputati sono cinque carabinieri nella seconda parte del processo: si tratta di Alessio Di Bernardo, Raffaele DAlessandro e Francesco Tedesco per omicidio preterintenzionale (questultimo deve rispondere anche dellipotesi di reato di falso nellambito del verbale di arresto di Stefano Cucchi e calunnia); inoltre, imputato per Calunnia il maresciallo Roberto Mandolini insieme a Vincenzo Nicolardi, a loro volta nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria che nellambito della prima inchiesta avevano ricevuto laccusa.
A loro vanno aggiunti altri 8 militari, destinatari dellindagine in merito ai presunti depistaggi sul caso: risponderanno del reato di falso, omessa denuncia, calunnia e il favoreggiamento.
La notizia del giorno è però è la lettera di Nistri ad Ilaria Cucchi e quanto emerso dalla stessa: il comando dei carabinieri avrebbe intenzione di costituirsi parte civile. “Mi creda e se lo ritiene lo dica ai suoi genitori – si legge nella lettera del generale ad Ilaria Cucchi – abbiamo la vostra stessa impazienza che su ogni aspetto della morte di Suo fratello si faccia piena luce e che ci siano infine le condizioni per adottare i conseguenti provvedimenti verso chi ha mancato ai propri doveri e al giuramento di fedeltà. Comprendiamo lurgenza e la necessità di giustizia, così come lo strazio di dover attendere ancora. Ma gli ulteriori provvedimenti, che certamente saranno presi, non potranno non tenere conto del compiuto accertamento e del grado di colpevolezza di ciascuno. Ciò vale per il processo in corso alla Corte dAssise. E ciò varrà indefettibilmente anche per la nuova inchiesta avviata dal Pubblico Ministero nella quale saranno giudicati coloro che oggi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere”.