CHOC A NAPOLI PER IL RITROVAMENTO DEL 25ENNE GAY MASSACRATO. L’AMICA: ‘L’ARRESTO GRAZIE A ME’

    Appartengono al 25enne Vincenzo Ruggiero (scomparso da Aversa lo scorso 7 luglio), i resti del corpo trovato dai Carabinieri di Napoli ieri sera in un garage del quartiere Ponticelli (per l’esattezza in via Scarpetta). I militi stavano infatti eseguendo delle perquisizioni, dopo l’arresto del 35enne Ciro Guarente (di San Giorgio a Cremano, ma residente a Giugliano in Campania), in seguito al fermo dal pm per omicidio e occultamento di cadavere. Nel corso dell’interrogatorio il 35enne avrebbe confessato di aver ucciso ‘il suo rivale in amore’, e di aver gettato il cadavere in mare. Guarente sospettava infatti che Vincenzo (impegnato nell’ambito della comunità lgbt campana), avesse una relazione con il suo compagno. Stamane, attraverso Fb, il presidente di Arcigay Napoli, Antonello Sannino (organizzatore della fiaccolata di sabato scorso), ha omaggiato l’amico. Sempre su Facebook, interessante l’intervento di Heven Grimaldi, grandissima amica trans del 25enne, che illustra una versione dei fatti abbastanza articolata. “Scrivo qui – esordicse Heven – perché nonostante mi distrugga interagire con il mondo in questo atroce momento, in cui solo io so quello che sto passando, è l’unico modo per difendermi dalle perfide e immotivate accuse mosse nei miei confronti. Ero totalmente all’oscuro dello struggente episodio della morte di Vincenzo, è inutile esprimere il mio dolore qui sopra perché non ho più alcuna forza”. La Grimaldi spiega che, al suo ritorno di Bari, si era insospettita di non aver trovato ad attenderla in stazione Vincenzo, così come in casa. Quindi, preoccupata, Heven chiama la madre del 25enne con la quale vanno poi a denunciarne la scomparsa. “L’artefice del terrificante omicidio, ovvero Ciro Guarente – scrive la ragazza – mi ha da subito prestato il suo falso conforto per lo shock e il dolore provato a seguito della scomparsa di Vincenzo. In casa mancavano gli indumenti e le valigie di Vincenzo, nei primi giorni ho sospettato che nonostante fosse assurdo si potesse trattare di un suo allontanamento volontario. La settimana scorsa, rientrando a casa, presa dallo sconforto di non aver saputo ancora nulla su Vincenzo mi fermo di nuovo a parlare con le persone che dicevano che qualcuno aveva visto Vincenzo allontanarsi con le valigie, ma a quel punto loro mi dicono di essersi confusi, e che il ragazzo visto con le valigie non era Vincenzo ma Ciro. Da lì sono a andata in panico e ho cercato un riscontro con Ciro, che mi negava di essere stato lì la sera del 7 luglio. Qualunque movimento o sospetto mosso nei confronti di questa assurda scomparsa mi veniva declinato da Ciro, che continuava imperterrito a sostenere che Vincenzo era andato via voltando le spalle a tutti. Chiedeva contro la mia volontà di starmi vicina per confortarmi – prosegue nel suo raccopnto la Grimaldi – mostrandosi la persona più tranquilla e normale al mondo nonostante avesse compiuto un atto così crudele. Ha iniziato dopo circa una settimana a manifestare atteggiamenti insoliti nei confronti di Vincenzo e della sua scomparsa, volendomi convincere che fosse andato via con un uomo ricco e tante altre storie assurde”. Ma questa tesi non fa altro che acuire i sospetti di Heven che, insieme al presidente dell’Arcigay di Napoli, decidono di recarsi dai carabinieri per una deposizione volontaria, sperando così di sollecitare le autorità a iniziare le indagini “visto tutto il tempo passato senza una traccia di Vincenzo. E solo grazie alla mia deposizione, dove ho anche esposto dei dubbi nei confronti di Ciro, che sono partite le indagini. Nonostante fossi presa dai sensi di colpa nel coinvolgere l’uomo che mi è stato accanto per 7 anni non ho desistito a esprimere i miei dubbi, e i miei collegamenti, perché ero disposta a tutto pur di ritrovare Vincenzo.” Le ombre iniziano poi a dipanarsi quando i carabinieri decidono di ascoltare Ciro. “La sconvolgente verità venuta fuori con le dovute indagini è stata solo merito mio, altrimenti avremmo continuato a vivere nel silenzio ed io forse con un assassino al mio fianco. ’Ricch… di mer.., assassino disumano, complice cattivo’ sono solo una piccola parte delle accuse immotivate rivolte contro di me”. Solo due giorni fa Heven aveva denunciato di aver ricevuto minacce di morte dal fratello di Vincenzo “tossicodipendente e aggressivo anche nei confronti di Vincenzo stesso. Io ho sempre aiutato Vincenzo in qualunque modo mi è stato possibile, soprattutto nell’ultimo periodo, dove a seguito di un feroce litigio in famiglia ho prelevato Vincenzo portandolo in pronto soccorso per poi tenerlo a vivere con me. Ho provveduto a lui economicamente, gli ho lasciato la mia auto, mi sono curata di lui con tutti i mezzi a disposizione perché Vincenzo era la mia vita, vita che ora non ho più. Ho perso in una sola tragedia le 2 persone più importanti della mia vita – posta infine la giovane – il mio migliore amico e fratello, il mio fidanzato con il quale ho trascorso 7 lunghi anni della mia esistenza, la mia casa, la mia vita! Quindi siete pregati di non accusarmi per alcun motivo, ripeto che se è stata fatta giustizia è solo grazie al mio incontro con carabinieri dove ho sollecitato le indagini. Ciro ha mentito a me e a tutti i suoi amici, passando per una persona tranquilla e totalmente estranea ai fatti. Se non capite il mio dolore, almeno siate umani. Grazie”.
    M.