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Choc ThyssenKrupp: i due manager tedeschi condannati per il rogo sono già  in semilibertà

Spesso ci si lamenta quando da noi – ultimamente ‘troppo spesso’ – si vedono persone condannate per reati pesanti, tornarsene tranquillamente a casa.

Poco fa dalla procura generale di Torino è giunta una notizia che, purtroppo, dimostra che anche nella ‘civile’ Germania può capitare altrettanto. La cosa che però indigna e ‘brucia’ anche noi è che, in questo caso, a tornare in uno stato di semilibertà saranno Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, quei due manager condannati per il drammatico incendio del dicembre del 2007 alla ThyssenKrupp di Torino, in seguito al quale persero la vita ben sette operai italiani.

I due manager ThyssenKrupp ‘possono uscire’

Ebbene, a quando pare, i due ‘manager’ sono riusciti ad ottenere la possibilità di ‘lavorare’ all’esterno del carcere dove sono rinchiusi. Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz potranno così lasciare le loro celle al mattino per recarsi al lavoro, e tornarvi poi la sera a dormire.  Tutto ciò in quanto i due rispettano le tre condizioni necessarie per poter godere di tale privilegio: nessuna recidiva, inesistente pericolo di fuga e, ovviamente, assenza di pericolo di reiterazione del reato.

I parenti dei morti ThyssenKrupp: “Tutti a Roma”

Per ovvi motivi, essendo come i nostri, è quasi ‘superfluo’  stare a riportare i commenti di reazione dei poveri familiari delle vittime. Ad esempio Graziella Rodinò, madre di Rosario (uno dei sette operai arsi vivi), ha dichiarato ai giornalisti: ’’Siamo disperate e indignate, non è possibile che ci si dimentichi di sette ragazzi bruciati vivi. Nessuno ci restituirà i nostri ragazzi e l’unica cosa che possiamo avere è un po’ di giustizia terrena’’.

Stessa rabbia e stesso dolore anche per gli altri parenti degli operai uccisi dal rogo.

Domani, hanno fatto sapere questi poveri genitori e parenti, si troveranno davanti al Palagiustizia di Torino, per poi andare a Roma, per manifestare contro  la decisione del magistrato di sorveglianza.

Max