COLDIRETTI, ALLEVATORI, SINDACI, SIGLE SINDACALI, E CONSUMATORI: TUTTI DAVANTI A MONTECITORIO IN DIFESA DEL CIBO MADE IN ITALY, PER SCONGIURARE LA RATIFICA DEL ’CETA’

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    Sembra incredibile a dirsri, eppure l’Italia sarebbe prossima a ratificare il Ceta, lo ’scellerato’ trattato di libero scambio tra il Canada e l’Unione europea che, inevitabilmente, creerebbe una disastrosa concorrenza alle nostre ’riconosciute’ agroalimentari. E stamane davanti al Parlamento, dove è in corso la discussione per la ratifica del Ceta, in difesa del ’Made in Italy’ (presenti Coldiretti, ed allevatori, supportati da circa 300 gonfaloni),si sono radunati centinaia di sindaci e di rappresentanti comunali, di grandi e piccoli centri – da Nord a Sud dello Stivale – per far sentire la loro protesta. Ma sono tati in tantissimi ad appoggiare l’iniziativa della Coldiretti #stopCETA, ne è esempio anche la trasversalità delle forze politiche presenti, le organizzazioni sindacali e le associazioni: Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food, Federconsumatori e Fair Watch. Tutti uniti per gridare il loro dissenso nei confronti di un “sbagliato e dannoso” per l’Italia. Molti anche i parlamentari di tutte le forze politiche, tra gli altri la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, Alessandro Di Battista del Movimento 5 Stelle, Colomba Mongiello e Nicodemo Oliverio (Pd). Sul palco sono intervenuti oltre agli ex ministri delle Politiche agricole, Alfonso Pecoraro Scanio e Gianni Alemanno, la leader della Cgil Susanna Camusso, la presidente di Legambiente Rossella Muroni, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, già ministro dell’Agricoltura, e gli assessori all’agricoltura di Lazio, Piemonte e Molise, Carlo Hausmann , Giorgio Ferrero e Vittorino Facciolla. C’è da informare che, ’malauguratamente’ venisse ratificato il Ceta, a pagarne le conseguenze sarebbero molti prodotti tipici, Dop e Igp, in virtù del fatto che soltanto 41 su 291 verrebbero riconosciuti dal Ceta. Un trattato che che, di fatto, sancirebbe il via libera a prodotti ’tarocchi’, soprattuto nel settore dei formaggi, di cui l’Italia (grazie a prodotti Asiago, Fontina, Gorgonzola), e leader. Per non parlare poi dei prosciutti di Parma e San Daniele. Fra i tanti sindaci che hanno preso la parola a difesa dei prodotti tipici del loro territorio, eloquente la denuncia espressa dal primo cittadino del comune di San Marzano sul Sarno (in provincia di Salerno), la patria del pomodoro: “Ci vorrebbe un’inversione di rotta, non bisogna abbandonare il mondo agricolo che è un’economia importante e strategica per il Paese”, afferma il Cosimo Annunziata il quale, in un misto di rabbia ed amarezza, cita il commissario europeo all’Agricoltura Phil Hogan, che proprio recentemente ha affermato che “il San Marzano si può coltivare anche in Belgio! Non è possibile continuare così su questioni primarie come queste – urla Annunziata – ma evidentemente i nostri ministri a Bruxelles contano quanto un consigliere di minoranza. Sono molto afflitto”. Roba da pazzi…
    M.