Combattere il caporalato: chi denuncia gli sfruttatori viene assunto

    Dopo i recenti episodi avvenuti nella provincia di Foggia, in Puglia, arriva una nuova proposta al ministro della Giustizia da parte del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie, promosso dalla Coldiretti, per combattere in modo radicale la piaga del caporalato: smascherare chi sfrutta il lavoro, attraverso la collaborazione dei ’pentiti’ a cui poi sarà garantita un’occupazione regolare. Una soluzione che potrebbe “integrare una legge che ha dei buoni aspetti, anche se poteva essere scritta in modo più chiaro così da rendere più semplice l’interpretazione della norma”, ha spiegato Cataldo Motta, uno dei componenti del comitato scientifico, già procuratore della Dda di Lecce e tra i massimi esperti del fenomeno.

    “Il caporalato non è solo espressione del Sud”, ha sottolineato Motta; la prima norma introdotta all’inizio del Novecento, infatti, riguardava il lavoro nelle risaie (tipicamente nordico) e, come per qualsiasi reato di criminalità organizzata, “la mafia se ne occupa perché si possono fare soldi”. Si distingue dagli altri tipi di criminalità per l’assenza di collaboratori, ma “non è più difficile” da smascherare considerando che, spesso, il reclutamento da parte dei caporali avviene nelle piazze. “Dobbiamo uscire da un equivoco – ha continuato Motta – il problema non è il caporalato, ma lo sfruttamento del lavoro e questo va punito. Più che la confisca, che secondo me serve a poco, occorre rafforzare l’aspetto della premialità”.
    Un’idea semplice, ma dai risvolti che possiamo definire ’rivoluzionari’: “Come comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie – spiega Motta – abbiamo previsto una collaborazione da parte della vittima, italiana o straniera, che se denuncia il datore di lavoro scorretto avrà un’occupazione. Per agevolare il nuovo datore di lavoro, invece, la retribuzione verrà sostituita da un’indennità di formazione finanziata dal fondo ’vittime della tratta’ così da non configurarsi l’aiuto di Stato. Sull’idea del ’pentito’ – conclude Motta – attendiamo la pronuncia del nuovo governo”.