COMMISSIONE UE: LA LENTE SUI CONTI ITALIANI, BRUXELLES RILASCERÀ LE PREVISIONI ECONOMICHE

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    Lunedì 5 maggio, a metà mattina, saranno note le nuove previsioni macro-economiche della Commissione europea e, per quanto riguarda l’Italia, si potrà avere una prima idea sulla valutazione delle assunzioni di base per l’analisi approfondita della strategia di finanza pubblica espressa nel Documento di economia e finanza. Stando a fonti europee non dovrebbero esserci indicazioni precise in merito alla scelta del governo di rinviare di un anno il pareggio di bilancio (al 2016). La valutazione dell’esecutivo Ue sarà resa nota tra un mese (2 giugno), l’Eurogruppo e l’Ecofin discuteranno e decideranno il 20 e il 21. Le previsioni sono pubblicate tre volte all’anno e servono da base per le procedure di sorveglianza economica. Lunedì, per la prima volta, saranno presentate dal Commissario Siim Kallas, che fa le veci di Olli Rehn impegnato nella campagna per le elezioni europee. Sempre lunedì, nel pomeriggio, è poi in programma una riunione dell’Eurogruppo che, fra l’altro, analizzerà anche l’ultimo rapporto, pubblicato dalla Commissione due mesi fa, sugli squilibri macroeconomici, che ha sancito per l’Italia la procedura per squilibrio eccessivo a causa del debito pubblico, il secondo più elevato d’Europa dopo quello greco. Il giorno dopo, martedì 6, i ministri dell’Economia in formato Consiglio Ecofin dovranno avallare il rapporto della Commissione sugli squilibri macroeconomici, che chiedeva all’Italia “azioni decisive di politica economica” in attesa di valutare i contenuti del programma nazionale di stabilità e quelli del Piano nazionale di riforme. Nel capitolo sull’Italia delle previsioni economiche di lunedì prossimo si potrà capire quanto questi programmi, che la Commissione ha già ricevuto e sta analizzando, influiscono sulle stime per i conti pubblici dei prossimi mesi. Il giorno dopo, martedì 6, i ministri dell’Economia in formato Consiglio Ecofin dovranno avallare il rapporto della Commissione sugli squilibri macroeconomici, che chiedeva all’Italia “azioni decisive di politica economica” in attesa di valutare i contenuti del programma nazionale di stabilità e quelli del Piano nazionale di riforme. Nel capitolo sull’Italia delle previsioni economiche di lunedì prossimo si potrà capire quanto questi programmi, che la Commissione ha già ricevuto e sta analizzando, influiscono sulle stime per i conti pubblici dei prossimi mesi. Nella bozza di conclusioni, anticipata da Radiocor, si afferma che l’Ecofin “concorda che i 14 Paesi esaminati stanno sperimentando squilibri macro economici di varia natura e ampiezza” e “concorda con la commissione che in croazia, italia e slovenia esistono squilibri eccessivi”. Toccherà alla commissione “determinare se le azioni di ’policy’ sono adeguate in vista delle sfide e dei rischi legati agli squilibri” e considerare sulla base di tali valutazioni “se sono necessari altri passi sulla base delle regole correttive” della procedura di sorveglianza europea. Le ultime previsioni – quelle “d’inverno” – risalgono allo scorso 25 febbraio e evidenziavano, per l’Italia, un Pil in calo dell’1,9% nel 2013, in aumento dello 0,6% nel 2014 e dell’1,2% nel 2015; un’inflazione all’1,3% nel 2013, allo 0,9% nel 2014 e all’1,3% nel 2015; un tasso di disoccupazione del 12,2% nel 2013, 12,6% nel 2014 e 12,4% nel 2015; un rapporto deficit/Pil del -3% nel 2013, -2,6% nel 2014 e -2,2% nel 2015; un rapporto debito/Pil del 132,7% nel 2013, 133,7% nel 2014 e 132,4  nel 2015 e un surplus strutturale/Pil pari allo 0,9% nel 2013, all’1,3% nel 2014 e all’1,2% nel 2015. Sul deficit, il ministro Padoan aveva inviato una lettera a Bruxelles per chiedere “la deroga temporanea dagli obiettivi per affrontare circostanze eccezionali”. Nella cornice dell’Ecofin potrebbe esporre i nuovi provvedimenti varati dal governo per rilanciare il Pil, dl Irpef in primis con gli 80 euro in busta paga per i lavoratori. Sul tavolo di ministri delle Finanze terranno banco anche le discussioni sull’armonizzazione della controversa Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie. Un tema questo che vede i paesi Ue divisi, con una decina di paesi intenzionati a tassare il settore e pesi massimi come la Gran Bretagna che osteggiano l’iniziativa per il timore di una fuga dei capitali stranieri verso piazze finanziarie più competitive.