COMUNI – SONO IN AUMENTO LE VESSAZIONI CRIMINALI NEI CONFRONTI DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI: NEL 2014 DENUNCIATI 361 CASI DI GRAVI MINACCE

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    Brutti tempi per gli amministratori locali, soprattutto per coloro che amministrano città medio-piccole. Questo è quanto emerge dal rapporto di ” Avviso pubblico”, l’associazione di enti locali e regionali per la formazione civile contro le mafie. Nel 2014 sono stati infatti ben 361 gli atti di minaccia ed intimidazione nei confronti degli amministratori locali e funzionari della PA, il 3/%: in più rispetto al 2013. Atti che si concretizzano principalmente in lettere con minacce o proiettili,  spari alle abitazioni,  ordigni esplosivi, aggressioni fisiche e verbali, auto incendiate, fino ai tentati omicidi nei casi più gravi. Tutti atti molto pericolosi che costringono, talvolta, i poveri amministratori a vivere sotto scorta. Il fenomeno, che ha assunto un carattere nazionale, nel 2014 ha interessato 18 regioni, 69 province e 227 comuni. È stata stimata una media di 30 intimidazioni al mese, una ogni 24 ore. Il 64/% dei casi si sono verificati nel Sud Italia, il 14% nel Nord Italia ed il 12/% al Centro. A livello regionale il triste primato spetta alla Sicilia, seguita dalla Puglia che, nel 2014 aveva registrato ben 54 casi di intimidazioni, mentre il terzo e quarto posto spettano rispettivamente alla Calabria e alla Campania. Nelle regioni del centro nord il primato spetta al Lazio, seguito dalla Lombardia,  il Veneto e la Liguria. La Sardegna è al sesto posto della classifica nazionale mentre, nel 2013, era al quarto. A livello provinciale il primato degli amministratori sotto tiro spetta alla provincia di Napoli (29 casi), seguita da quella di Palermo (28 casi), Cosenza e Roma (19 casi), Foggia(15 casi). Sempre secondo il rapporto di “Avviso Pubblico” le intimidazioni, nell’83% dei casi si rivolgono direttamente a coloro che ricoprono determinate cariche politiche ed amministrative (sindaci,  assessori, vicesindaci, consiglieri, presidenti e vicepresidenti dei consigli) in un periodo storico della loro vita, le altre sono invece rivolte alle strutture pubbliche, parenti e collaboratori delle persone colpite . Altro dato rilevante che emerge dal rapporto è che bersaglio di tali atti siano stati anche sindaci di città capolugo come Catania (Enzo Bianco), Livorno (Alessandro Cosimini), Lucca (Alessandro Tambellini), Monza (Roberto Scanagatti), Palermo ( Leoluca Orlando).

    Morgana Della Torre