Conte accordo Italia-Cina è strategico

    Conte: accordo Italia-Cina è strategico. Per il premier si tratta di una intesa limpida: il nostro obiettivo è crescere”. Il premier del governo italiano Giuseppe Conte torna a parlare della Nuova Via della seta e dell’accordo Italia-Cina come una intesa strategica: una scelta economica compatibile con l’Alleanza atlantica, sostiene. Altri Paesi collaborano con Pechino, non sarà un cavallo di Troia. Una difesa a spada tratta quella di Conte in merito alle intese tra Italia e Cina. E una sicurezza, circa la firma, che fa di Conte proprio un baluardo di questa strada. “Non ci sono ragioni ostative per non finalizzare il lavoro compiuto in questi mesi”, sostiene il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte sul tema. 

    Conte accordo Italia-Cina è strategico. Nessuna ragione ostativa, né rischio per la Nato, pilastro fondamentale

    Conte ribadisce che l’accordo Italia-Cina, strategico e funzionale, non produce nessuna ragione ostativa, né rappresenta un rischio per la Nato, che è e resta un pilastro fondamentale per la politica estera italiana e europea. In pratica, di tutto l’Occidente del quale “l’Italia è parte integrante”. Conte parla della Nato come “un pilastro fondamentale della nostra politica estera”. E vede la visita di Xi Jinping, presidente della Repubblica popolare cinese, come una chance preziosa per l’Italia: nessuna infedeltà atlantica del governo M5S-Lega: solo un progetto dai contorni commerciali. «L’Italia fisserà con la Cina una cornice di obiettivi, principi e modalità di collaborazione nell’ambito dell’iniziativa Belt and Road, un importante progetto di connettività euroasiatica cui il nostro Paese guarda con lo stesso interesse che nutriamo per altre iniziative di connettività tra i due continenti. Il testo, che abbiamo negoziato per molti mesi con la Cina, imposta la collaborazione in modo equilibrato e mutualmente vantaggioso, in pieno raccordo con l’Agenda 2030, l’Agenda 2020 di cooperazione Ue-Cina e la Strategia Ue per la connettività euroasiatica. Abbiamo preteso un pieno raccordo con le norme e le politiche Ue, più stringente rispetto ad accordi analoghi firmati da altri partner Ue con Pechino. Abbiamo inserito chiari riferimenti ai principi di sostenibilità economica, sociale, ambientale, di reciprocità, trasparenza e apertura cari all’Italia e all’Europa».
    E sul rischio di mettere in ombra la funzione dell’Italia in Occidente: “Rispetto ad altri Paesi, europei e non, che hanno avviato da anni collaborazioni importanti con Pechino in materia di connettività, l’Italia formalizza in modo trasparente la cornice entro cui avviare questa collaborazione, difendendo i principi e le linee del quadro europeo, che abbiamo contribuito a costruire, senza mettere minimamente in discussione la sua collocazione euroatlantica. È un approccio “forte” perché contribuisce a “estendere” principi e standard europei”.
    Quando ai dubbi circa il controsenso dei rinvii Tav e del sì al progetto Via della Seta: “La Tav ormai è un’ossessione nazionale. Ci sono centinaia di cantieri sul territorio che possiamo far ripartire grazie al decreto legge che anticiperà la riforma del codice degli appalti. Già in settimana apriremo un tavolo con le Regioni, con Anci e con Ance per sbloccare le opere ferme in tutta Italia. Operiamo per un futuro di crescita e sviluppo e il memorandum con la Cina offre preziose opportunità per le nostre imprese”.