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Conte bis e Brexit, Renzi: “Parlamenti 2 – Populisti 0”

Renzi guarda alla formazione del governo giallorosso e alla sconfitta di Johnson in Inghilterra come due esempi di vittoria contro il populismo.

Nel giro di poche ore due eventi politici di significativo impatto hanno attirato, come era logico presumere che accadesse, l’attenzione di Matteo Renzi.

L’ex premier Dem ha sintetizzato in modo abbastanza netto ciò che è successo: Parlamenti 2 – Populisti 0, ha detto Renzi, usando l’ennesima metafora calcistica.

Conte bis e Brexit, Renzi: “Parlamenti 2 – Populisti 0”. L’analisi dell’ex premier e segretario PD

Quanto a Salvini, Renzi ne ha citata un’altra, sempre di matrice calcistica. “Salvini come Koulibaly, ha fatto un autogol pazzesco”.

Uk e Italia dimostrano in queste ore che le Istituzioni sono una cosa seria, più forti di Boris Johnson e di Salvini. Parlamenti 2 – Populisti 0″.

In questi termini si è espresso il senatore Pd a qualche ora dall’accordo per un nuovo governo M5S-Pd e la sconfitta del premier conservatore alla Camera dei Comuni.

Aggiornamento ore 8.11

Nelle stesse ore, Conte ha avuto il via libera e si è apprestato all’incrontro con Mattarella. Si va sempre più a marce alte verso un governo giallorosso. In questi minuti, infatti, Conte è salito al Quirinale per presentare la squadra.

E’ inevitabile pensare come le correnti PD abbiano, evidentemente, giocato un ruolo cruciale in termini di equilibri e rappresentanze. Compreso quella dei Renziani, il cui leader, Matteo, appunto, è ricorso due volte a metafore calcistiche per definire la sconfitta del ‘populismo’, come l’ha definito e, in particolare, di Salvini.

Quanto alle intese sul nuovo governo, le indicazioni circa la fumata bianca sono diverse. Ad esempio il presidente dei senatori Pd, Marcucci, ha detto sul programma: “Siamo alla stretta finale”.

Aggiornamento ore 12.39

Salvini resta fuori dai giochi ma commenta con veemenza e determinazione. “Contento di non partecipare al mercato delle vacche”. Nel frattempo nel M5S hanno detto “Sì a un governo con il Pd”.

Ovviamente questo ha indotto Giuseppe Conte a sciogliere le riserve. Ecco quindi che è salito al Quirinale per presentare a Sergio Mattarella la squadra di governo, dopo trattative molto ampie.

Quasi certo Di Maio agli Esteri, Franceschini alla Difesa, Gualtieri all’Economia. In dubbio il ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Ruolo più influente per Conte.

Il premier Conte avrà un ruolo più forte, senza vicepremier e con un sottosegretario di sua fiducia ad affiancarlo (Roberto Chieppa, in pole su Vincenzo Spadafora) dovrebbe guadagnare spazio, facendo da tramite tra le due anime della trattativa di governo, da una parte Luigi Di Maio capo politico del M5s e dall’altra Dario Franceschini, “capo delegazione” del Pd.

Proprio Di Maio dovrebbe andare al ministero degli Esteri, e Franceschini alla Cultura, incarico ricoperto nei governi Renzi e Gentiloni per il quale si profila il ruolo di commissario Ue.

Aggiornamento ore 15,56