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Coste: il 94% dei comuni italiani che si affaccia sul mare è a forte rischio dissesto, 8 milioni le persone coinvolte, avverte l’Ispra

Non solo per noi ma, a detta di mezzo mondo, l’Italia è un dei paesi più belli: dalle Alpi alle isole, passando per valli, boschi, laghi, borghi antichi e, soprattutto, potendo godere ovunque della pregna di inestimabili testimonianze di preziosi passaggi storico-archeologici di pregiata fattura.

Poi, a mozzare letteralmente il fiato, le meravigliose coste dove, spesso, ‘abbarbicati’ fra le rocce, splendidi paesini, come presepi illuminati, gremiscono gli affollati affacci marini che circondano lo Stivale.

Chi non si è emozionato visitando la Costiera Amalfitana, le Cinque Terre o gli strapiombi del Salento? Eppoi le coste sarde, quelle marchigiane, abruzzesi e via discorrendo.

Report Ispra: ben il 94% dei comuni italiani che si affaccia sul mare, è a forte rischio dissesto, coinvolgendo 8 milioni di persone

Eppure, molti non immaginano nemmeno che ben il 94% dei comuni italiani che si affaccia sul mare, è a forte rischio dissesto, in virtù di un’erosione costiera, che coinvolge qualcosa come oltre 8 milioni di persone, oggi residenti in aree definite  ad alta pericolosità.

C’è però anche da dire che, grazie a quanto fatto negli ultimi 20 anni in termini di recupero e sicurezza, complessivamente oggi i litorali in avanzamento sono di gran lunga superiori a quelli in arretramento.

Report Ispra: oggi oltre 540mila famiglie (per circa 1.300.000 abitanti), vivono in aree definite ad alto rischio frane

A fare il punto della situazione con cadenza annuale, è il ‘Dissesto idrogeologico in Italia’, il cui rapporto relativo al 2021, è stato presentato oggi dall’Ispra, che da sempre monitora con grande attenzione la pericolosità delle coste del Paese, esposte a frane, alluvioni e, soprattutto, minacciate dall’erosione costiera. Dunque inquieta apprende dal report che, nel 2021, qualcosa come oltre 540mila famiglie (per circa 1.300.000 abitanti), vivono in aree definite ad alto rischio frane.

Una popolazione composta per il 13% da over 15 anni, dal 64% di ‘adulti’ (si parla infatti di u’età compresa tra i 15 ed i 64 anni),  ed un 23% composto da anziani (età maggiore di 64 anni). Diversamente, quanti invece nel Paese esposti a rischio alluvione, sono circa 3 milioni di famiglie (per quasi 7 milioni di abitanti).

Report Ispra: almeno 6 regioni presentano aree definite a rischio frane e alluvioni, a rischio circa 6 milioni di abitanti

Riguardo alle Regioni che vantano maggiori valori di popolazione all’interno di aree definite a rischio frane e alluvioni: ecco l’Emilia-Romagna (con circa 3 milioni di abitanti), la Toscana (oltre 1 milione), la Campania (oltre 580 mila), il Veneto (quasi 575 mila), la Lombardia (oltre 475 mila), e la Liguria (oltre 366 mila).

Report Ispra: almeno il 3,9% degli edifici sorgono in aree a rischi frana, il 13,4 a pericolo inondazione. A rischio anche le industrie

Come si legge nel report, sapientemente spiegato dal report stilato dall’Ispra: “Su un totale di oltre 14 milioni di edifici, quelli ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata superano i 565mila (3,9%), mentre poco più di 1,5 milioni (10,7%) ricadono in aree inondabili nello scenario medio. Gli aggregati strutturali a rischio frane oltrepassano invece i 740 mila (4%)”. Ed ancora, “Le industrie e i servizi ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono oltre 84mila con 220mila addetti esposti a rischio, mentre quelli esposti al pericolo di inondazione, sempre nello scenario medio, superano i 640mila (13,4%)”.

Report Ispra: complessivamente qualcosa come 34mila beni culturali ed archeologici sono ubicate in aree a rischio frana

Per quel che riguarda invece gli oltre 213mila beni architettonici, monumentali e archeologici, interessati dai fenomeni franosi, oltre 12mila sorgono in aree a pericolosità elevata anzi, se annoveriamo anche quanti ubicati in aree a minore pericolosità, parliamo complessivamente di ben 38mila unità. Nello specifico, spiega ancora Ispra, “I beni culturali a rischio alluvioni, poco meno di 34mila nello scenario a pericolosità media, arrivano a quasi 50mila in quello a scarsa probabilità di accadimento (eventi estremi)”. Dunque, prosegue il report, “Per la salvaguardia dei beni culturali, è importante valutare anche lo scenario meno probabile, tenuto conto che, in caso di evento, i danni prodotti al patrimonio culturale sarebbero inestimabili e irreversibili“.

Report Ispra: a frote di 20 ani di interventi vi sono anche coste ‘recuperate’ come dimostra il loro avanzamento rispetto al passato

Inoltre, rileva con il report, vi sono anche ”segnali positivi per le coste italiane: dopo 20 anni, a fronte di numerosi interventi di protezione, i litorali in avanzamento sono superiori a quelli in arretramento. Il nuovo rilievo delle coste italiane ha consentito un aggiornamento dei dati sullo stato e sui cambiamenti in prossimità della riva: nel periodo 2007-2019, risulta in avanzamento quasi il 20% dei litorali nazionali e il 17,9% in arretramento. A fronte di un progressivo aumento dei tratti di costa protetti con opere di difesa rigide, rispetto al 2000-2007 aumentano i litorali stabili e in avanzamento e diminuiscono dell’1% quelli in erosione“.

Report Ispra: Calabria, Sicilia, Sardegna e Puglia, regioni che vantano le coste più belle, sono quelle a maggior rischio erosione

Infine conclude il report dell’Ispra, “A livello regionale il quadro è più eterogeneo, la costa in erosione è superiore a quella in avanzamento in Sardegna, Basilicata, Puglia, Lazio e Campania; le regioni con i valori più elevati di costa in erosione sono Calabria (161 km), Sicilia (139 km), Sardegna (116 km) e Puglia (95 km)”.

Max