Costi di accoglienza, Salvini: Da luglio meno soldi a chi chiede asilo

    Dopo il caso Aquarius, il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini difende con forza la decisione di chiudere i porti alle navi che trasportano migranti e, intervistato dal ’Corriere della Sera’, ha dichiarato che un “risultato importante per tutti gli italiani”, “è stato portato a casa”, “abbiamo risvegliato l’Europa”.
    “Io oggi ho parlato con il ministro tedesco Horst Seehofer – spiega il leader della Lega – e posso dire che credo stia nascendo un asse italo-tedesco basato su una parola d’ordine fondamentale: difendere le frontiere esterne. Che significa difendere il Mediterraneo e dunque anche noi italiani”.
    Novità anche sui costi dell’accoglienza: “da luglio, – ha annunciato Salvini – con un decreto del ministro, ridurremo il contributo per chi chiede asilo. Non è un fatto di ostilità. Per ogni richiedente asilo noi paghiamo 35 euro al giorno attraverso varie voci. La Germania garantisce 26 euro, l’Austria 23, la Polonia 20, la Francia 25. Significa che tagliare i costi è possibile”. L’obiettivo è anche quello di tagliare i tempi di esame delle domande contrastando “la lobby degli avvocati d’ufficio. Non credo si possa passare per fessi. Nel 2018 le domande d’asilo respinte sono state il 58%. Il problema è che il 99% dei respinti fa ricorso in automatico perché lo Stato garantisce un avvocato d’ufficio che paghiamo tutti noi”.
    Il vicepremier interviene anche sulle polemiche con la Francia: “Fanno i fenomeni, ma hanno respinto più di 10mila persone alle frontiere con l’Italia. Tra cui numerosissimi donne e bambini”.
    Sul fronte Nord Africa, “il mio desiderio – ha annunciato – è quello di essere nelle prossime settimane in Libia e in Tunisia per migliorare ancora i nostri rapporti. Ho anche appreso che belgi, austriaci e tedeschi hanno finalmente parlato di punti di raccolta e identificazione in Africa, che è il nostro primo obiettivo. Centri gestiti in modo umano e solidale che possano prevenire partenze e magari morti in mare”.
    Un ruolo particolare potrebbe averlo l’Egitto con cui “vogliamo ricostruire buoni rapporti”. “Io comprendo bene la richiesta di giustizia della famiglia Regeni – conclude – Ma per noi, per l’Italia, è fondamentale avere buone relazioni”.