Home ATTUALITÀ Covid oggi Italia, contagi in salita: regioni in zona gialla da lunedì

    Covid oggi Italia, contagi in salita: regioni in zona gialla da lunedì

    Aumentano i contagi covid in Italia mentre la variante Omicron continua a diffondersi. Oggi terapie intensive più piene, ricoveri ordinari in crescita. In attesa del monitoraggio Iss, è certo che da lunedì almeno altre due regioni (Veneto e Liguria) finiranno in zona gialla con nuove regole e in particolare con l’obbligo di mascherina all’aperto. Intanto dall’Ema arrivano le indicazioni sull’uso della pillola anti-covid della Pfizer.  

    Sono 26.109 i casi di coronavirus registrati nell’ultimo bollettino, 123 i morti. Sono stati 718.281 i tamponi processati, con un tasso di positività al 3,6%. In terapia intensiva 101 nuovi ingressi in 24 ore, 917 in totale. Sono 29 in più i ricoverati con sintomi per un totale di 7.338 persone. Dall’inizio dell’emergenza sono 5.308.180 i contagiati dal Covid, mentre le vittime sono 135.301. In totale i guariti sono 4.854.949, 13.704 nelle ultime 24 ore. Ad oggi in Italia sono 317.930 i positivi al Coronavirus, 12.277 in più di ieri. 

    Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 8-14 dicembre un aumento, rispetto alla settimana precedente, di nuovi casi (124.568 vs 105.771) e di decessi (663 negli ultimi 7 giorni – di cui 21 riferiti a periodi precedenti – vs 558). Salgono anche i casi attualmente positivi (297.394 vs 240.894), le persone in isolamento domiciliare (289.368 vs 234.040), i ricoverati con sintomi (7.163 vs 6.078) e le terapie intensive (863 vs 776). In dettaglio si registra un aumento di nuovi casi del 17,8%, salgono del 18,8% i morti, e i ricoveri in terapia intensiva registrano un +11,2%. Segno più anche per i ricoveri ordinari saliti del 17,9% e di persone in isolamento domiciliare: +23,6%.
     

    Variante Omicron
     

    Tra il 14 e il 15 dicembre altri 502 casi di variante Omicron sono stati confermati nell’Unione europea e nello Spazio economico europeo (Ue/See), per un totale complessivo di 2.629, secondo l’ultimo aggiornamento diffuso dall’Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Se il dato più alto è quello segnalato dalla Norvegia (1.498), avendo questo Paese deciso ora di considerare confermati anche i casi probabili di Omicron, l’Italia è ferma invece a quota 27 da un po’ di giorni. 

    Secondo le informazioni provenienti da fonti pubbliche, casi confermati di Omicron sono stati segnalati in tutto da 27 Paesi Ue/See, tra cui: Austria (59), Belgio (90), Croazia (3), Cipro (3), Repubblica Ceca (9), Danimarca (310 solo quelli confermati da sequenziamento), Estonia (6, numero minore rispetto al precedente perché sono stati esclusi casi erroneamente conteggiati come confermati), Finlandia (20), Francia (170), Germania (102), Grecia (5), Ungheria (2), Islanda (20), Irlanda (18), Lettonia (14 ), Liechtenstein (1), Lussemburgo (1), Paesi Bassi (80), Portogallo (69), Romania (11), Slovacchia (3), Spagna (51) e Svezia (51), e i due nuovi Paesi che segnalano per la prima volta la presenza di Omicron in questo ultimo aggiornamento, cioè Lituania (2) e Slovenia (4). Oltre a questi, diversi Paesi hanno segnalato una serie di casi probabili.
     

    Le regioni in zona gialla
     

    Da lunedì 20 dicembre, come annunciato dai presidenti delle rispettive regioni, Liguria e Veneto finiranno in zona gialla dove già si trovano Calabria, Friuli Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Bolzano. A rischio anche Marche e Trento. 

    “Da lunedì la Liguria sarà in zona gialla per le prossime due settimane. Secondo il report del 16 dicembre l’incidenza media settimanale ogni 100mila abitanti si attesta a 313 (314 Savona, 235 Spezia, 647 Imperia, 229 Genova) mentre i posti letto occupati in area medica sono al 17% e quelli in terapia intensiva sono al 12%”, ha annunciato il presidente della regione e assessore alla sanità Giovanni Toti. Che ha aggiunto: “Un dato che ci aspettavamo vista la circolazione del virus nei giorni scorsi e che conferma come ci troviamo nel picco della quarta ondata. Fortunatamente grazie ai vaccini, gli ospedali e le terapie intensive sono occupate di un terzo rispetto allo scorso anno e questo ci permette di non avere situazioni di allarme negli nostri ospedali”. 

    “Abbiamo un’incidenza settimanale di circa 450 casi su 100mila abitanti, è un’incidenza alta. Abbiamo il 12,8% di tasso di occupazione delle terapie intensive. Entrambi i parametri sono da zona gialla. Siamo appesi alla zona bianca per l’occupazione dell’area medica: siamo al 13,7%, a 1,3% dalla soglia della gialla”, ha detto dal canto suo il presidente del Veneto Luca Zaia. “Natale sarà in giallo, come anche Capodanno. Se i dati continueranno a crescere si andrà verso la zona arancione: gestiremmo la fase con il super green pass ma scatterebbero le prime chiusure, a livello ad esempio di confini comunali”, ha aggiunto Zaia rispondendo ad una domanda su scenari ipotetici. “Ad oggi non ci sono proiezioni che facciano pensare alla zona rossa”, precisa il governatore. 

    Zona gialla, regole
     

    La ‘retrocessione’ in zona gialla prevede nuove regole, a cominciare dalla principale misura: la mascherina diventa obbligatoria anche all’aperto. Per il resto, il punto di riferimento rimane il Super green pass: il certificato riservato a vaccinati e guariti garantisce l’accesso ad una serie di attività e di servizi. Il Super green pass consente di entrare nei ristoranti al chiuso e sedersi al tavolo. I
     

    Pillola covid Pfizer
     

    Pillola anti-covid della Pfizer: dovrà essere somministrata il prima possibile dopo la diagnosi ed entro 5 giorni dall’inizio dei sintomi, la terapia dura 5 giorni e non è raccomandata in gravidanza; mentre chi allatta dovrà interrompere le poppate al bebè durante il trattamento. Sono le indicazioni emesse dall’Agenzia europea del farmaco Ema sull’uso di Paxlovid* (PF- 07321332 e ritonavir), la pillola antivirale di Pfizer contro Covid-19. Il medicinale infatti, pur non ancora autorizzato nell’Unione, può essere utilizzato per trattare adulti con Covid che non richiedono ossigeno supplementare e che sono a maggior rischio di progressione verso una malattia grave. 

    I due principi attivi del medicinale, PF-07321332 e ritonavir, disponibili in compresse separate, devono essere assunti insieme 2 volte al giorno per 5 giorni, spiega l’Ema che ha predisposto la ‘guida’ per supportare quelle autorità nazionali che decidono un uso precoce del medicinale prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio, ad esempio in contesti di emergenza, alla luce dell’aumento dei tassi d’infezione e dei morti dovuti a Covid in tutta l’Ue. 

    Paxlovid non deve essere usato con alcuni altri medicinali – precisa poi l’Ema – sia perché a causa della sua azione può portare ad aumenti dannosi dei loro livelli ematici, sia perché al contrario alcuni farmaci possono ridurre l’attività di Paxlovid stesso. L’elenco è incluso nelle condizioni d’uso proposte. La pillola anti-Covid non deve essere utilizzata anche in pazienti con funzionalità renale o epatica gravemente ridotta. Paxlovid non è raccomandato durante la gravidanza, ma anche nelle donne che non usano contraccettivi e possono iniziare una gravidanza. Queste raccomandazioni sono dovute al fatto che studi di laboratorio sugli animali suggeriscono che dosi elevate del farmaco possono avere un impatto sulla crescita del feto. Le condizioni d’uso proposte saranno pubblicate a breve sul sito web dell’Ema. 

    I consigli dell’Agenzia possono ora essere utilizzati per supportare le raccomandazioni nazionali sul possibile uso del medicinale prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio.