CRIMINALITA’: RAPPORTO ECOMAFIE 2013, NEL LAZIO 7,7 ILLEGALITA’ AL GIORNO

    “Preoccupa l’aumento del numero complessivo dei reati ambientali accertati nel corso del 2012, causato dal balzo in avanti che il Lazio ha fatto per le illegalita’ in campo faunistico, degli incendi e dell’arte rubata -ha dichiarato il presidente di Legambiente Lazio Lorenzo Parlati -. E’ necessario e fondamentale che le istituzioni intervengano per stroncare la zona grigia di commistione fra criminalita’ e pezzi del tessuto economico, per lanciare un green new deal nella nostra regione. In questo senso, auspichiamo che il nuovo governo della Regione intervenga anche con leggi che siano in grado di fare chiarezza su molti temi ed inaugurare una nuova gestione del territorio, a partire dal piano rifiuti, dalla legge urbanistica e dalla riforma della normativa sui parchi. Bisogna per anche agire di più sul piano della prevenzione, sull’educazione alla legalita’`. In questo senso fondamentale che la stessa Regione Lazio rilanci le attivita’ dell’Osservatorio ambiente e legalità che proprio Legambiente Lazio gestisce da anni, per dare anche la possibilità ai cittadini di segnalare direttamente tutto ciò che sembra fuori dalle norme, e che riunisca finalmente la consulta regionale ambiente e legalita’ con forze dell’ordine, procure e parti sociali. Contemporaneamente l’escalation di infrazioni su ROMA desta un serio allarme, sul quale la nuova giunta comunale deve accendere un faro”. Nel ciclo dei rifiuti – dichiara Legambiente Lazio – nel 2012 il Lazio scende all’ottavo posto della classifica nazionale per questi reati. Il numero delle infrazioni passa dalle 326 registrate lo scorso anno a 277, il 5,5% del totale nazionale. Aumentano i sequestri effettuati passando dai 163 del 2011 ai 175 di quest’anno e si registrano 4 arresti, a differenza del 2011 in cui non ve ne erano stati. Diminuisce poi, il numero delle persone denunciate che passano dalle 354 dello scorso anno alle 224 del 2011. La Relazione finale della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attivita’ illecite connesse al ciclo dei rifiuti (XVI legislatura), approvata il 2 marzo 2011, a proposito delle infiltrazioni della criminalit organizzata nell’intera filiera della gestione dei rifiuti scrive: ’’Il Lazio si presenta come una regione particolarmente interessata a questo tipo di illegalita’, sia per la presenza di ampie porzioni di territorio morfologicamente adatte alla discarica e all’occultamento illecito dei rifiuti e sia per la vicinanza con quelle aree della provincia di Caserta ad alto rischio ambientale, dove in passato e ancora oggi nell’attualita’ sono state individuate presenze criminali nel settore. (…) Va comunque rilevato che sul territorio della regione molte discariche sono ormai in via di esaurimento, vi sono impianti obsoleti che richiedono forti investimenti per tornare a essere produttivi e che in molti comuni, compreso quello di Roma, la situazione si avvicina pericolosamente all’emergenza’’. Una situazione esplosiva, quindi, secondo Legambiente, a cui hanno certamente contribuito le pessime scelte – o meglio, le non scelte – sul fronte dell’adozione di un sistema moderno ed efficiente nel campo dei rifiuti, improntato principalmente alla riduzione, al riutilizzo e al riciclo, come ci chiede d’altronde l’Unione Europea. Nel ciclo del cemento – si legge nel rapporto – il Lazio rimane stabile ad un preoccupante 5° posto subito dopo le tradizionali regioni ad insediamento mafioso, con 519 infrazioni accertate ovvero 1,4 illecito al giorno, 1 arresto, 165 sequestri, 571 persone denunciate. Con questi numeri la nostra regione incide sul totale nazionale dei reati edificatori con l’8,2%.