Di Maio, Salvini: la ‘guerra’ dei gialloverdi

    Il matrimonio tra i due leader politici che, unendo le forze dopo le urne, hanno dato vita al governo Conte è in crisi. Continuano, come succede ormai da mesi e su diversi e forse troppi argomenti focali dei piani dell’amministrazione governativa, a susseguirsi gli scontri tra Di Maio e Salvini che, come nella celebre pellicola della ‘Guerra dei Roses’ su coppia arrivata agli sgoccioli con tanto di strali e posate lanciate in aria, sembrano non voler farsi mancare ripicche e controrepliche. Le ultime in ordine di tempo riguardano il caso Siri e la Raggi.

    Di Maio, Salvini: la ‘guerra’ dei gialloverdi. Le discordie ora sono su Siri e sulla sindaca Raggi

    Il caso Siri e Raggi è diventato l’ultimo terreno di guerra dialettica tra i due vice premier. Il primo ad aggredire è Luigi Di Maio, che va giù duro sul leader del Carroccio. “Anche oggi la Lega minaccia di far cadere il governo. Lo aveva già fatto con la Tav. Sembra ci siano persino contatti in corso con Berlusconi per fare un altro esecutivo. Sono pieni i giornali di queste ricostruzioni e lo trovo gravissimo. Sono davvero sbalordito” dice il vicepremier su Facebook. Non è la prima volta del resto che i due se le mandano a dire tramite social. Laddove poi, sempre Di Maio rivolto direttamente a Matteo Salvini, avverte: “Trovo grave che si prenda sempre la palla al balzo per minacciare di buttare via tutto. Ma dov’è il senso di responsabilità verso i cittadini? Dove è la voglia di cambiare davvero le cose, di continuare un percorso, di migliorare il Paese come abbiamo scritto nel contratto?”. E ancora: “L’Italia non è mica un gioco; l’Italia siamo noi e milioni di famiglie in difficoltà che vogliono un segnale. L’Italia non è un trofeo”. Salvini, però, non sta a guardare, anzi, parte a spron battuto con la controffensiva. “Macché crisi di governo! La Lega vuole solo governare bene e a lungo nell’interesse degli Italiani, la crisi di governo è solo nella testa di Di Maio che farebbe bene a non parlare di porti aperti per gli immigrati e a controllare che il reddito di cittadinanza non finisca a furbetti, delinquenti ed ex terroristi” ha tuonato il numero uno della Lega.