DOPO UN BUON APRILE, A MAGGIO LA PRODUZIONE INDUSTRIALE SEGNA UNA FLESSIONE DELLO -0,2% SU MESE, RILEVA IL CENTRO STUDI DI CONFINDUSTRIA. BENE INVECE IL MANIFATTURIERO

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    Non sono certo incoraggianti gli esiti delle rilevazioni diffuse dal Centro Studi di Confindustria, secondo cui dopo tre incrementi mensili, a maggio la produzione industriale ha subito un evidente calo. Rispetto ad aprile (+0,3% su marzo), parliamo di una flessione  dello 0,2%, che riflessa nel primo trimestre segna per l’attività industriale un calo dello 0,3% sul quarto 2016. A netto del differente numero di giornate lavorative, la produzione è avanzata in maggio del 2,4% rispetto al maggio 2016 mentre, ad aprile si è avuto un incremento del 2,8% sullo stesso mese dell’anno scorso. Complessivamente, gli ordini vantano una crescita dello 0,5% in maggio su aprile (+1,7% su maggio 2016); il mese scorso sono aumentati dello 0,6% su marzo (+3,8% sui dodici mesi). E come indicato dall’Istat, dopo la graduale ed importante  risalita rispetto al precedente minimo di novembre 2016 (+5,2 punti cumulati fino ad aprile), gli indicatori sulla fiducia nel manifatturiero  hanno registrato una battuta d’arresto in maggio. Tuttavia, per ciò che riguarda l’andamento degli indicatori qualitativi (incluso il Pmi manifatturiero), è perfettamente in linea con il trend – nei mesi centrali – che indica una graduale risalita dell’attività industriale italiana, in virtù delle componenti della domanda. L’indice complessivo è diminuito di 0,8 punti (a 106,9) rispetto al picco pluriennale raggiunto in aprile (massimo da gennaio 2008); il saldo dei giudizi sui livelli di produzione è sceso a -4 (-2 il mese scorso) e quello sugli ordini totali a -7 (da -4), specie per il peggioramento delle valutazioni sulla componente estera della domanda; sono invariate rispetto ad aprile le attese sugli ordini e in lieve calo quelle sulla produzione a tre mesi.