DURA DENUNCIA DI MSF: ‘IN LIBIA STUPRI E TORTURE, ED I LEADER EUROPEI SI RALLEGRANO PERCHÉ ARRIVANO MENO MIGRANTI’

    In realtà è una denuncia già spesa da diverse organizzazioni e persone nei mesi scorsi. Ma oggi il presidente internazionale di ’Medici Senza Frontiere’, Joanne Liu, a Bruxelles ha invece riferito che in quelli definiti campi di detenzione ‘ufficiali’ dei migranti in Libia (dove vengono inviati quanti fermati dalla Guardia costiera libica, per altro finanziata e addestrata dall’Ue), continuano a verificarsi vergognosi casi di stupri e torture. Come ha tenuto a denunciare Joanne Liu, “le donne incinta vengono stuprate. Vengono particolarmente prese di mira, prese e violentate. Avvengono crudeltà sistematiche, torture. So che non ci sono bacchette magiche, ma almeno bisogna smettere di rimandare le persone in quella terra da incubo che è oggi la Libia”. E in merito a questa ignobile piaga il presidente internazionale di ’Medici Senza Frontiere’ ha le idee chiare: le responsabilità maggiori sono a carico dei “leader europei (a ciascuno dei quali ha inviato un dettagliato rapporto,ndr) che si rallegrano perché meno persone arrivano sulle coste italiane, complici e vogliamo che ne rispondano. Ho visitato un certo numero di centri ufficiali di detenzione la settimana scorsa e sappiamo che questi centri di detenzione ufficiali sono solo la punta dell’iceberg, e vengono considerate semplicemente materia prima da sfruttare. Vengono stipate in stanze scure, luride, senza ventilazione, vivono uno sull’altro.’Il dramma che migranti e rifugiati stanno vivendo in Libia dovrebbe scioccare la coscienza collettiva dei cittadini e dei leader dell’Europa – si legge ancora – Accecati dall’obiettivo di tenere le persone fuori dall’Europa, le politiche e i finanziamenti europei stanno contribuendo a fermare i barconi in partenza dalla Libia, ma in questo modo non fanno che alimentare un sistema criminale di abusi’’ La denuncia di Msf tocca anche le atroci condizioni alle quali sono sottoposte persino i bambini nei centri di detenzione di Tripoli: ’’La detenzione di migranti e rifugiati in Libia è vergognosa. Dobbiamo avere il coraggio di chiamarla per quello che realmente è: un’attività fiorente che lucra su rapimenti, torture ed estorsioni. Le persone sono trattate come merci da sfruttare. Ammassate in stanze buie e sudicie, prive di ventilazione, costrette a vivere una sopra l’altra. Le donne vengono violentate e poi obbligate a chiamare le proprie famiglie e chiedere soldi per essere liberate. La loro disperazione è sconvolgente’’. Quindi, prosegue la Liu, la ‘stoccata’ ai politici: ’’Chi è davvero complice dei trafficanti: chi cerca di salvare vite umane oppure chi consente che le persone vengano trattate come merci da cui trarre profitto?’ La Libia è solo l’esempio più recente ed estremo di politiche migratorie europee che da diversi anni hanno come principale obiettivo quello di allontanare le persone dalla nostra vista. Tutto questo toglie qualunque alternativa alle persone che cercano modi sicuri e legali di raggiungere l’Europa e le spinge sempre più in quelle reti di trafficanti che i leader europei dichiarano insistentemente di voler smantellare’’. Del resto Msf non ha dubbi: perché le persone possano raggiungere Paesi ‘sicuri’, servono vie legali e sicure, e occorre perciò rimuovere quei perversi incentivi che consentono ai trafficanti di prosperare: ’’Le persone intrappolate in queste ben note condizioni da incubo hanno disperato bisogno di una via di uscita. Devono poter accedere a protezione, asilo e quando possibile a migliori procedure di rimpatrio volontario. Hanno bisogno di un’uscita di emergenza verso la sicurezza, attraverso canali sicuri e legali’’. Infine, concludendo, il richiamo alle coscienze: ’’Non possiamo dire che non sapevamo quello che stava accadendo. Non possiamo continuare a tollerare questo vergognoso accanimento sulla miseria e la sofferenza delle persone in Libia. ’Permettere che esseri umani siano destinati a subire stupri, torture e schiavitù è davvero il prezzo che, per fermare i flussi, i governi europei sono disposti a pagare?’’.
    M.