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‘Er fattaccio del Senato’: Berlusconi umiliato dall’opposizione, e la Meloni ‘ferita dal fuoco amico’

Altro che ‘er fattaccio der vicolo der Moro’, quanto accaduto oggi a Palazzo Madama, rischia di rappresentare una crepa insanabile all’interno del centrodestra dove, ‘rifiutando’ alcuni dei nominativi relativi ai ministri azzurri, nei confronti di Berlusconi la Meloni si sarebbe macchiata di ‘lesa maestà’. In realtà si è trattato di un ‘affronto reciproco‘, come ‘opportunamente’ testimoniato stasera da Enrico Mentana il quale, da La7 (dichiarato nemico del centrodestra), ha mandato in onda la foto della presunta lista dei suoi  ‘papabili’ che il Cavaliere avrebbe consegnato alla premier in pectore. ‘Appunti’ che, custoditi in una cartella che il patron di Fi teneva in mano,  evidenziano i nomi di Tajani (Esteri), Casellati (Giustizia), Bernini (Università), Ronzulli (Politiche europee), Gasparri (Pubblica amministrazione), e Cattaneo (Transizione ecologica od Ambiente).

Er ‘fattaccio del Senato’: Berlusconi umiliato dall’opposizione, e la Meloni ‘ferita dal fuoco amico’

Una lista confermata anche da diversi forzisti, che ne erano a conoscenza, consegnata alla Meloni poco prima della votazione in Senato. Poi, come dicevamo, ‘il fattaccio’:  nonostante l’astensione di Forza Italia, grazie soprattutto ‘all’opposizione’, La Russa raccoglie addirittura circa 17 voti in più di quanti complessivamente in mano a tutto il centrodestra. Dunque, dalla parte della Meloni & C. questo ha significato trovarsi sotto ‘il fuoco amico’ mentre, sulla sponda Berlusconi, ha bruciato l‘umiliazione di non rappresentare più quella forza politica di un tempo. Una ragione di più per ‘dubitare’ sulla scelta dei ministri azzurri.

Er ‘fattaccio del Senato’: uno strappo che potrebbe indurre la Meloni a riconsiderare le ‘scelte tecniche’

Sempre da Forza Italia c’è chi invece rivela che Berlusconi non ha affatto dato indicazioni di voto ai suoi, pur avendo da subito incassato dalla Meloni un secco  No a determinate ‘candidature’. Questo per spiegare che il Cavaliere mantiene salde le redini del partito, e che nessuno ha sua volta ‘tradito’. Tuttavia, è abbastanza ovvio che l’emorragia di voti azzurri abbia indispettito (e tanto), la Meloni, al punto di puntare i piedi sulle nomine dei ministri. Ma, come ribadito anche oggi dalla leader d Fdi, urge andare avanti e, vista l’aria che tira, se prima sembrava essere in parte una ‘suggestione’, ora più che mai in via della Scrofa le ‘scelte tecniche’ sono prepotentemente tornate in auge…

Max