Fnsi: giù le mani dall’informazione

    Monta, ed è sempre più impetuosa e complessa da gestire, la polemica relativa al caso ‘stampa’, se così lo si può definirla, dopo le parole di Di Maio che hanno fatto sostanzialmente il giro del mondo.
    La “informazione non si può abolire per decreto”. Con tale dichiarazione si esprime la Federazione nazionale della stampa che incoraggia una conferenza stampa a Roma a cui prendono parte l’Usigrai e l’Ordine dei giornalisti, dopo le parole del vice ministro Di Maio nei riguardi di ‘Repubblica, l’Espresso e l’intero gruppo Gedi’.
    “L’informazione è un bene essenziale per la tenuta democratica del Paese. Lo dimostrano le reazioni di numerosi giornalisti e cittadini agli attacchi di Di Maio”, afferma Fnsi. “Di Maio, come del resto buona parte del governo”, dichiarano al contempo Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, “sogna di cancellare ogni forma di pensiero critico e di dissenso e si illude di poter imporre una narrazione dell’Italia lontana dalla realtà. Auspicare la morte dei giornali non è degno di chi guida un Paese di solide tradizioni democratiche come è l’Italia, ma è tipico delle dittature. È bene che il vicepremier se ne faccia una ragione: non saranno le sue minacce e i suoi proclami a fermare i cronisti di Repubblica e dell’Espresso, ai quali va la solidarietà del sindacato dei giornalisti italiani, e a piegare il mondo dell’informazione ai suoi desiderata”.
    Inoltre, si susseguono a quelle che già si sono tenute nelle ore passate, ulteriori giornate di eventi e di contestazione o, per meglio dire, eventi di solidarietà da parte di diversi organi di informazione italiani attraverso le loro redazioni. Il Cdr del Messaggero, “a nome della redazione, esprime solidarietà ai colleghi del gruppo Gedi per le frasi inaccettabili espresse da Di Maio”. Il comitato di redazione del Sole 24 ore si schiera: “Accusare i giornali di produrre bufale e fake news, passando il tempo ad alterare la realtà, è – questa sì – una narrazione “alla rovescia”. Pure il Cdr di Sky Tg24 prende posizione: “Un’informazione libera e di qualità risponde al primario interesse di un Paese al quale non può certo bastare la propaganda di chi sta al governo”.

    “Lunga vita ai giornalisti e ai loro giornali!”, afferma invece il sindaco di Milano, Giuseppe Sala tramite i network socialei. E poi si schiera anche Matteo Renzi: “Il mondo editoriale si è accorto che un vicepremier che fa il tifo per la chiusura dei giornali non è un gran modello per la democrazia”, scrive agli iscritti nella sua enews. “Ma che strano eh! Frasi come quelle di Di Maio le avevamo già lette in giro per il mondo, ma non in Italia. Penso che almeno smetteranno di dire che ’i grillini sono la nuova sinistra’ e che noi dovevamo allearci con loro. Funziona così: prima hanno attaccato me e le persone vicino a me con un’azione scientifica di fakenews. Poi hanno iniziato a prendersela con i funzionari dello Stato e con i vertici europei. Quindi attaccano i giornali. Capite perché serve una Resistenza Civile?”.