Giappone in ginocchio per il tifone Jebi

    Otto persone sono morte nella prefettura di Osaka. Quattro uomini hanno perso la vita cadendo da tetti o edifici. Altri 3, tuttavia, sono stati colpiti da oggetti sollevati da potenti raffiche di vento. Il bilancio delle vittime del tifone Jebi che ha colpito il Giappone, continua ad aumentare.

    Circa 3000 persone sono state costrette a trascorrere la notte all’interno dell’aeroporto internazionale di Kansai. Un pilastro del ponte che collega l’aeroporto alla città di Izumisano fu colpito da una petroliera in balia delle onde. La nave ha riportato danni, ma nessuno degli 11 membri dell’equipaggio ha subito conseguenze. Solo nelle ultime ore è stato possibile trasferire, con traghetti o autobus, i passeggeri dall’aeroporto di Kansai, chiusi dopo la cancellazione di 162 voli, a quello di Kobe. Inoltre, nell’area di Osaka, circa mezzo milione di case sono ancora senza elettricità.

    Piogge torrenziali, fiumi traboccanti e venti che hanno superato i 210 chilometri orari, hanno causato ingenti danni a edifici e veicoli. Le compagnie aeree hanno cancellato 800 voli tra martedì e oggi. L’aeroporto di Kansai (Osaka, nella parte occidentale del paese) è il più colpito. Il premier giapponese, Shinzo Abe, ha annullato un impegno per l’isola meridionale di Kyushu, per seguire la risposta del governo al disastro naturale.