Guerra Libia, mandato d’arresto per Haftar

    Continua l’escalation della crisi in Libia: arriva il mandato d’arresto per il generale Khalifa Haftar mentre con Parigi vengono clamorosamente interrotte le cooperazioni perché, si ritiene, che la Francia stia sostenendo Haftar. La Libia ormai è travolta dal caos: nelle ore in cui le stime sui morti continuano a crescere, aumenta di pari passo la tensione. Arriva la notizia del mandato d’arresto per il generale e della interruzione degli accordi bilaterali nel campo della sicurezza. Sarraj, non più tardi di qualche ora fa aveva tuonato: “Haftar è un criminale di guerra”, mentre le stime sui decessi si aggirano intorno alla tragica cifra delle oltre 200 persone morte e si parla di 25 mila sfollati 

    Libia, mandato d’arresto per Haftar e interruzione dei rapporti di cooperazione con la Francia

    Svolta bollente, sul piano diplomatico e istituzionale in Libia che si aggiunge alla terribile piega sanguinaria che sta colpendo il paese. Il ministero dell’Interno della Libia ha lanciato pesanti accuse alla Francia: il governo di Parigi è indiziato, da parte della Libia, di fomentare la guerra sostenendo il comandante Khalifa Haftar e in questo senso ha pubblicamente dichiarato l’interruzione della cooperazione con Parigi. “Qualsiasi relazione con la parte francese nell’ambito degli accordi bilaterali nel campo della sicurezza si fermerà”, si evince nel comunicato delle autorità di Tripoli. Nello stesso momento, poi, si diffonde la notizia per la quale il procuratore militare della Libia abbia diramato mandati d’arresto per Khalifa Haftar e sei suoi fidati collaboratori. Lo comunica il Libya Observer, senza chiarire quali siano nello specifico le accuse del magistrato di Tripoli nei riguardi del generale Khalifa Haftar il quale, nel frattempo, non intende arretrare rispetto ai suoi propositi. Infatti le truppe armate del generale stanno proseguendo l’avanzata contro Tripoli: i missili sganciati sulla capitale hanno gettato nel panico dell’orrore la popolazione locale quando, in piena notte, è stato attaccato un centro popoloso come Abu Slim, attiguo alla capitale, appunto.