HOCKENHEIM: NOIOSA E SORPRENDENTE

    Chi si aspettasse una gara del “tutto può succedere” coltivava una previsione realistica, alla fine dei conti con due protagonisti come Hamilton e Ricciardo in fondo alla griglia, non era da escludere lo spettacolo. Tuttavia quest’ultimo ha tardato ad arrivare, aspettando soltanto l’ultima dozzina di giri e l’arrivo della pioggia per palesarsi.
    Il Gran Premio di Germania, disputatosi ad Hockenheim domenica scorsa, è stata la gara più altalenante di tutta la stagione e mai ci potrà essere un aggettivo più adatto di questo.
    Si è passati dalla monotona noia dei primi 44 giri alla palpitante imprevedibilità delle ultime tornate e, dall’incontrastabile dominio Ferrari alla rivoltosa vittoria Mercedes. Inoltre tutto questo, si è svolto sulla stessa linea di eventi che vede arrancare “The Ham” mentre spinge la sua W09 durante le qualifiche del sabato, fino a Vettel che scambia il suo volante per un pungiball dopo un errore non accomunabile a un quattro volte campione del mondo.
    Ad ogni modo è giusto narrare con ordine temporale la serie di episodi del week end tedesco anche se, obbiettivamente, c’è poco da raccontare. Infatti dal semaforo verde, fino alle prime gocce di pioggia, non è altro che una fila indiana composta da meravigliose e colorate vetture di F1. Persino Verstappen, unica e criticata fonte di emozione in questa formula 1 odierna, tira i remi in barca durante la partenza, lasciando alla guida della sua Red Bull il lato maturo del suo “essere pilota”.
    Gli unici avvenimenti eclatanti durante la prima parte di gara, sono legati alla Ferrari e alla Red Bull. Infatti la prima, attraverso un elegante ordine di scuderia, scopre le carte sulle prevedibili gerarchie di squadra. La seconda, è protagonista della delusione di Ricciardo che deve concludere il suo sfortunato week end teutonico con un ritiro.
    A parte queste due vicende, tutto sembra restare immutato mentre si vedono sfilare in ordine Vettel, Bottas, Raikkonen e Verstappen, giro dopo giro. L’unica cosa a subire cambiamenti è la posizione di Lewis Hamilton, che continua a risalire la classifica ad ogni tornata.
    Finalmente al 44° giro si manifesta il primo colpo di scena del GP di Germania, oltre che il primo tassello di sventura per Seb. All’inizio del secondo settore arriva la pioggia, la curva 6 del tracciato di Hockenheim sembra il set di un film fantasy, incredibilmente piove solo in quel punto. Comincia la roulette dei cambi gomma ai box, chi non ha nulla da perdere ci prova, monta “intermedie” o addirittura “rain”, chi invece sta lottando per la vittoria rimane in pista, non può permettersi azzardi.
    La pioggia bleffa, si prende gioco di piloti e team, arriva e se ne va, facendo cadere nel proprio inganno Alonso, Leclerc ma soprattutto Verstappen che getta alle ortiche l’intera gara.
    In tutto questo trambusto Hamilton è il più veloce in pista, ha cullato sino a quel momento per le curve di Hockenheim le sue ultrasoft ed ora ne raccoglie i frutti, guadagnando terreno su i due del cavallino e sul suo compagno di squadra. Dai rispettivi muretti, partono le comunicazioni che “Ham” sta arrivando, così spingere diventa d’obbligo e al 51° giro Bottas ingaggia sul connazionale Raikkonen, sfruttando un errore di Kimi per il sorpasso. Tutti continuano a spingere e al 52° giro succede l’impensabile, Seb è fuori e ha fatto tutto da solo, è andato lungo al Motodrom.
    La Safety Car va subito dentro, dando modo di liberare la pista dalla vettura di Vettel, tutti si ricompattano, Bottas e Kimi, che sono primo e secondo entrano a cambiare le gomme. Hamilton prima rientra, ma all’ultimo taglia sull’erba e resta fuori, ci vuole provare.
    Alla ripartenza Lewis è in testa, Bottas tenta il sorpasso, ha gomma nuova del resto, lui il pit stop lo ha fatto. Tuttavia dai Box, Valtteri viene invitato a mantenere la posizione, anche perché di colpi di scena sino a quel momento, c’è ne sono stati abbastanza.
    Hamilton così conclude indisturbato i suoi ultimi giri, portando a termine una rimonta e una vittoria sulla quale ci avrebbero scommesso in pochi.