Huawei respira: restrizioni rimandate per tre mesi

    La Huawei può tirare un sospiro di sollievo: l’amministrazione Trump ha concesso 90 giorni di rinvio delle decisioni in merito alle restrizioni per il colosso tecnologico cinese. L’azienda era stata inserita nella lista nera commerciale degli Stati Uniti, una misura che impedisce a tutte le imprese americane di stringere rapporti con essa e quindi di rifornirla: situazione che ad esempio aveva portato all’eventualità che Google, ma anche le aziende di microchip come la Intel, abbandonassero Huawei, con conseguente disastro per il futuro della società hi tech. Ora gli americani lanciano un boccone alla Cina, con il rinvio della decisione fino al 19 agosto: tempo che dovrà essere impiegato per sanare i rapporti fra Pechino e Washington.

    Huawei respira: in 90 giorni si gioca il futuro

    In teoria il tempo concesso dagli Stati Uniti a Huawei dovrebbe servire all’azienda e alle compagnie telefoniche di assicurare il buon funzionamento e la manutenzione dei dispositivi, mentre si cercheranno delle soluzioni alternative per il futuro. Una scelta per salvaguardare l’utente finale, che rischia di essere la vittima principale della diatriba fra Cina e Usa. Va chiarito, ad ogni modo, che la tregua vale solo per i prodotti già in commercio, mentre per quanto riguarda le nuove produzioni in via di sviluppo la rottura è da considerarsi già valida.

    Nonostante la tregua concessa dall’amministrazione Trump a Huawei, secondo gli esperti il futuro della compagnia cinese non è per nulla roseo. L’azienda dipende in larga parte dai fornitori americani, sia per il software (Google con Android) sia per le componenti hardware (come Intel, Qualcomm e così via). Questo è un dato di fatto, nonostante le prove di forza che Huawei sta cercando di manifestare: il fondatore della società Ren Zhengfei sostiene che gli americani sottovalutino la forza della sua azienda, che si sarebbe già ampiamente predisposta alla burrasca, facendo scorte importanti di materiale hardware che dovrebbe consentire di sopravvivere in attesa di stringere nuovi accordi, o produrre da soli i componenti, per continuare sulla strada della rete 5G. In realtà va analizzato anche il fatto che gli Usa potrebbero spingere anche l’Europa a chiudere i rapporti con la Cina, una prospettiva che potrebbe fiaccare irrimediabilmente l’economia del colosso asiatico.

    Aggiornamento 09.00

    Il rinvio della rottura fra Usa e Huawei potrebbe essere una mossa a sorpresa del presidente Trump. Secondo alcuni analisti, tutto sarebbe riconducibile ad una forzatura per spingere Xi a rivalutare un accordo. L’ipotesi è che se dovesse emergere una nuova intesa sugli scambi, nell’arco dei 90 giorni di tregua, l’amministrazione americana potrebbe infine risparmiare a Huawei la lista nera, una prospettiva non remota considerando quanto accaduto in precedenza con l’azienda cinese Zte. Tuttavia lo scontro è destinato a non esaurirsi anche nella migliore delle ipotesi: sullo sfondo c’è l’egemonia sul mercato tecnologico. Oggi il fondatore di Huawei,  Ren Zhengfei, ha affermato: “Abbiamo sacrificato gli interessi di individui e famiglie per un ideale, arrivare in cima al mondo. Per questo ideale, presto o tardi ci sarà un conflitto con gli Stati Uniti”. 

    Aggiornamento 12.00

    “Abbiamo passato diverso tempo a cercare un canale con il governo degli Stati Uniti. Volevamo mostrare loro che tipo di azienda siamo, sperando che i nostri sforzi potessero risolvere i malintesi. Abbiamo persino promesso che, se avessero avuto dubbi, avremmo cercato di trovare soluzioni per affrontare i rischi più rilevanti. Si sono sempre rifiutati” ha commentato al Corsera la vicepresidente di Huawei, Catherine Chen. “Gli Stati Uniti dovrebbero presentare prove a sostegno delle loro accuse, altrimenti si tratta di un comportamento menzognero. Credo che il loro naso stia crescendo sempre di più, ricordano Pinocchio”

    Aggiornamento 15.00