I BENEFICIARI DEI VITALIZI LI CHIAMANO BAMBOCCIONI, MA I 30ENNI, SE FORTUNATI, CAMPANO CON ’LA PAGHETTA’

    Altro che ’bamboccioni’ come si permise di definirli qualche anno fa l’ennesimo ’istitutore’ profumatamente pagato,e ’baciato’ dal vergognoso ed immorale sistema del vitalizio. Qualcuno si ostina infatti a parlarne con risentimento (dei nostri figli), come fosse una condizione di comodo. In realtà, se oltre un 30enne italiano su tre (il 35% del totale), è ’costretto’ a spesarsi esclusivamente con la paghetta di genitori, nonni o parenti, è una grossa sconfitta per la società. Nella maggior parte dei casi infatti, dopo i duri sacrifici fatti per conquistarsi una laurea (costosissima), i nostri figli non trovano nessuno ’sbocco’ occupazionale, addirittura impossibile poi, se rapportato al titolo di studio acquisito. E c’è quindi da sottolineare semmai che ’i più fortunati’ hanno una famiglia alle spalle, in qualche modo in grado si aiutarli o sostenerli, ma per molti è invece la rovina totale. A dettare i numeri dei 30enni che vivono ’grazie alla famiglia’ (e non sulle sue spalle, qui non c’è il ’dolo’), è la ricerca ’I giovani italiani, la vita e il lavoro’, svolta da Coldiretti/Ixè e presentata al ’Salone della creatività Made in Italy’, nell’ambito della consegna dei premi per l’innovazione Oscar Green, in svolgimento nella Capitale. Come spiega in proposito Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, “La famiglia è diventata una rete di protezione sociale determinante che opera come fornitore di servizi e tutele per i membri che ne hanno bisogno. La struttura della famiglia italiana in generale, e di quella agricola in particolare, considerata in passato superata, si è invece dimostrata, nei fatti, fondamentale per non far sprofondare nelle difficoltà moltissimi cittadini”. A testimoniare le reali difficoltà delle nuove generazioni, basta considerare che, nella fascia compresa tra i 18 ed i 34 anni, rappresenta il 55% di quanti costretti a farsi mantenere dai genitori, o dalla pensione dei nonni. Come spiegano da Coldiretti, “Secondo l’indagine ben il 68% dei giovani italiani vive in famiglia dove cerca però di rendersi utile. Tra quanto abitano con i genitori ben il 77% concorre ai lavori domestici e il 63% fa la spesa”. Intervistati “da 1 a 10 su quale aspetto della vita incida maggiormente, è stato il ruolo della famiglia ad ottenere il punteggio maggiore (7,9), seguito dalle relazioni in generale e la cultura (7,5). C’è poi ga aggiungere che solo il 50% dei giovani intervistati ha affermato di ’avere la fortuna’ di vivere in un nucleo famigliare in cui le condizioni economiche consentono di vivere agiatamente o serenamente, a differenza del 47% composto da quanti riescono appena a pagarsi le spese. Infine, il 5% dei giovan intervistati dichiara purtroppo di viever in famgilie dove i soldi scarseggiano, spesso negando loro anche l’indispensabile. Come sottolinea infine Coldiretti, nell’area mediterranea dell’Europa, 1 giovane su 4 è seriamente a rischio povertà, come ha rivelato il recente studio realizzato dall’Fmi (che lo ha presentato ufficialmente a Davos) dal quale, tra l’altro, emerge che “ai giovani tra i 16 e i 34 anni fa capo appena il 5% della ricchezza netta dell’Unione”.
    M.