I “debiti incagliati” italiani finiscono in oscure mani straniere

    Ricordate l’incontro tra l’ex premier Gentiloni ed il “filantropo” George Soros, svoltosi a porte chiuse più d’un anno fa e durato circa tre ore? I contenuti dell’incontro vennero rigorosamente secretati, ed i servizi segreti vigilarono perché nulla trapelasse in materia. E perché sarebbe stata in gioco la politica bancaria dei poteri forti del credito. Poi si seppe (il governo Gentiloni dovette ammetterlo) ed a seguito d’interrogazioni parlamentari di Lega e 5 Stelle che, Soros aveva trattato con Gentiloni l’acquisizione dei cosiddetti “crediti deteriorati” delle banche e di quelli “incagliati” di Enti pubblici ed ex Equitalia. Soros non agiva da solo, ma su impulso dei suoi consulenti accreditati presso Ue e Bce che, da ben informati, spingevano perché i debiti degli italiani (le cosiddette esposizioni e sofferenze verso banche e Stato) venissero passate a multinazionali della finanza specializzate nell’acquisizione di “crediti” in “paesi a rischio”, perché è così che ci definiscono le agenzie di rating. E questo è anche il modo più veloce per far transitare in mani estere il patrimonio immobiliare (sia privato che pubblico) d’una nazione. In caso di default (fallimento) dell’Italia verrebbero avocati a procedura fallimentare solo i patrimoni pubblici e privati italiani e, grazie ad accordi sulla cessione dei “crediti deteriorati”, non entrerebbero nel fallimento i beni acquistati dalle multinazionali (come quelle di Soros) nel paese in default.
    Intento di Ue e Bce è ridurre, di quasi il 50% nel prossimo triennio, lo stock di sofferenze bancarie italiane. L’analisi previsionale è contenuta nel rapporto “Afo-Abi”. Il calo, che la Bce vorrebbe molto marcato per il 2018, s’affida sulla cessione di oltre 50 miliardi di euro in sofferenze a strutture come quella di Soros. “Tra 2019 e 2020 il volume delle cartolarizzazioni delle sofferenze dovrebbe invece ridursi, collocandosi su una media annua di 25 miliardi” rassicurano dall’Abi, senza specificare in che modo verranno pressati gli italiani per onorare presso creditori esteri le “somme deteriorate”. Una cessione dei crediti che riguarda tutte le categorie merceologiche, artigianali e professionali. Per le imprese italiane (già stressate dalla crisi e dalla riduzione degli spazi di mercato) rappresenterà un salto nel buio, e perché non conoscere preventivamente a chi verrà ceduto il proprio debito incarna un po’ la metafora del dottor Faust che cede l’anima a Mefistofele: è l’incubo del non sapere come, quando ed in che modo si dovrà onorare il proprio debito.