Il ministro Tria all’Eurogruppo: “Il rapporto deficit/pil calerà”

    Giovanni Tria, ministro dell’Economia, è tornato nella capitale per limare gli ultimi dettagli del Documento Economia e Finanza, dopo la sua visita in Lussemburgo dove si teneva l’Eurogruppo. Molto probabilmente Tria non prenderà parte alla riunione dell’Ecofin. Il deficit italiano sta destando preoccupazione a Bruxelles, stando alle parole del commissario europeo  Juncker, per cui “L’Italia si sta allontanando dagli obiettivi di bilancio concordati a livello europeo, abbiamo appena risolto la crisi della Grecia, non voglio ritrovarmi nella stessa situazione, una crisi è abbastanza. Se l’Italia vuole un trattamento speciale, sarebbe la fine dell’euro. Per questo dobbiamo essere molto rigidi”. Tria rassicura sulla situazione, rispondendo a Juncker che “non ci sarà nessuna fine dell’euro. Ho parlato con i commissari Moscovici e Dombrovskis, non con Juncker. Sarà una sua opinione”. Il ministro ha approfondito anche la questione che riguarda nel dettaglio il rapporto deficit-pil del 2,4% che “è un numero che non corrisponde esattamente ad alcune regole europee ma fa parte della normale dinamica europea, è sempre accaduto a molti Paesi nel corso degli ultimi decenni, se andate a vedere il numero di Paesi che sono in regola con tutte le regole europee sono pochissimi. Non significa che non bisogna cercare di rispettarle ma ci sono delle situazioni economiche in cui bisogna fare delle valutazioni”.Il paragone dell’Italia con la Grecia, fatto da Juncher, è stato mal digerito dal ministro dell’Interno Salvini, che ha ribadito la sua ferma volontà di proseguire con le riforme stabilite nel contratto di governo con i 5 stelle. “In Italia nessuno si beve le minacce di Juncker- dichiara Salvini- che ora associa il nostro Paese alla Grecia. Vogliamo lavorare per rispondere ai bisogni dei nostri cittadini. I diritti al lavoro, alla sicurezza e alla salute sono priorità del governo e andremo fino in fondo. Alla faccia di chi rimpiange l’Italia impaurita, quella con le aziende e il futuro in svendita. Non ci fermeranno”. L’intervento del vice-premier si conclude con un “basta con minacce e insulti dall’Europa” , ribadendo che “l’Italia è un Paese sovrano”. A Bruxelles sono rimasti delusi dal fatto che il ministro Tria, dopo aver promesso che il rapporto deficit/Pil non sarebbe salito oltre l’1,6%, abbia invece dichiarato di portarlo nell’arco di tre anni al 2,4%, prima della Nota di aggiornamento sul Def. “Adesso cercherò di spiegare quello che sta accadendo e come è formulata la manovra”, ha commentato il ministro dell’Economia alla conferenza stampa dell’Eurogruppo. Tria è convinto che il rapporto calerà nel 2019 e ha invitato gli Stati Europei a non preoccuparsi troppo.  Nessun dietrofront sui dati dichiarati dopo la stesura del Def: “Non c’è nessuna motivazione per mettere in discussione il 2,4%” ha chiarito il ministro del lavoro  Di Maio.  “Siamo tutti convinti, il governo è compatto”. “C’è qualche istituzione europea che, con le sue dichiarazioni, gioca a fare terrorismo sui mercati”, ha voluto sottolineare il vice-premier. Inoltre ha aggiunto che ” a qualcuno non andava bene che lo spread non si fosse impennato. Moscovici, che non è italiano, si è svegliato e ha pensato bene di fare una dichiarazione contro l’Italia, contro il Def italiano e creare tensione sui mercati”. Ora “per fortuna la Borsa sta per chiudere. Da domani continueremo a spiegare che il 2,4% non è una misura molto lontana da quella che facevano  altri. Solo che se lo fa la Lega e il M5s non va bene”. Il riferimento di Di Maio è alle parole pronunciate dagli altri partecipanti all’Eurogruppo entrando al vertice. “Aspettiamo la bozza di legge di Stabilità” ma “a prima vista” i piani di bilancio italiani “non sembrano compatibili con le regole del Patto”, ha rimarcato in tono secco il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. Concetti simili a quelli espressi dall’altro rappresentante Ue titolare delle materie economiche, il commissario Pierre Moscovici, secondo il quale la Commissione europea aspetterà il 15 ottobre per pronunciarsi sulla manovra italiana (data di invio del progetto del Bilancio alle istituzioni), ma a “prima vista c’è una deviazione significativa” dagli “impegni presi” da Roma. Moscovici ha poi sottolineato che – stando alle indicazioni giunte – “la manovra privilegia la spesa pubblica, ai cittadini bisogna dire la verità”. In serata la replica al vice premier: “Cerchiamo di raffreddare la situazione, ho visto che Luigi Di Maio mi accusa di terrorismo o di terrorizzare i mercati: non ha senso. Io svolgo il mio ruolo e il mio ruolo come commissario è fare in modo che le regole, che sono comuni a tutti, siano rispettate da tutti”. “Tutti abbiamo domande e aspettiamo risposte ma la bozza di bilancio non è ancora stata presentata, la procedura è lunga, ci sono negoziati in corso a Roma e ne aspettiamo l’esito”, le parole del presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno. “Ci sono delle regole e queste regole sono uguali per tutti i paesi perché il nostro destino è legato”, ha detto invece il ministro francese dell’economia, Bruno Le Maire, aggiungendo che c’è “un legame nel futuro di Italia, Francia, Germania e Spagna, tutti i membri della zona euro sono legati”. Proprio la Francia ha annunciato una manovra espansiva con un deficit/Pil al 2,8%.