Immigrazione, ibarcazione italiana riporta profughi salvati in Libia

    Dopo diverso tempo, un’imbarcazione, proveniente dall’Italia, dedita al trasporto di petrolio, ha soccorso dei profughi in mare e li ha rispediti sulle coste libiche, da dove erano venuti. Insieme ad essa ha partecipato alle operazioni di salvataggio l’imbarcazione Asso 28, che ha recuperato un centinaio di profughi ammassate su un canotto. La nave di recupero, seguendo gli ordini provenienti dal comando centrale di Roma, ha collaborato con le autorità libiche e ha fatto scendere gli immigrati salvati sulle sue coste.
    Un evento del tutto straordinario che va contro il diritto internazionale dell’accoglienza, che assolutamente nega di attraccare sulla costiera libica, poiché il governo di Tripoli viene giudicato non idoneo a dare assistenza ai profughi. Infatti coloro che sono arrivati nella capitale libica, non li è stato consentito il diritto all’accoglienza.Nei giorni passati l’Unione Europea ha tenuto a precisare che “nessuna nave europea può riportare migranti in Libia perché contrario ai nostri principi”. Un altro episodio simile è accaduto non poco tempo fa quando un’altra imbarcazione,denominata ’Vos Thalassa’ aveva salvato dei profughi in mare e stava per darli ad una nave appartenente alle autorità libiche. Ma i sopravvissuti, spinti dalla paura di tornare in Libia, si sono opposti, facendo desistere il capitano dal suo intento, tanto da rivolgersi alle autorità marittime del nostro Paese. Infatti una nave ha preso i profughi e li ha fatti scendere a Trapani, con l’appoggio di Sergio Mattarella. Il vice-premier Matteo Salvini ha smentito che “La guardia Costiera Italiana non ha coordinato e partecipato a nessuna di queste operazioni, come falsamente dichiarato da una Ong straniera e da un parlamentare di sinistra male informato”. Riguardo all’episodio che ha coinvolto l’Asso 28, si è espresso il commissario Onu per i richiedenti asilo: “Stiamo raccogliendo tutte le informazioni necessarie. La Libia non è un porto sicuro e questo atto potrebbe comportare una violazione del diritto internazionale”. Ma i salvataggi in mare aperto non si sono fermati qua. Le vedette aere di un’Organizzazione non Governativa francese ha individuato circa seicento migranti, trecento dei quali sono stati scortati a Tripoli dalle autorità italiane e libiche. Sul fatto si è espresso Nicola Fratoianni di Leu, che è stato ospite della nave Open Arms, che è stata al centro delle vicende sull’immagrazione tra Italia e Spagna . “Non sappiamo ancora se questa operazione avviene su indicazione della Guardia Costiera Italiana, ma se così fosse si tratterebbe di un precedente gravissimo, un vero e proprio respingimento collettivo di cui l’Italia e il comandante della nave risponderanno davanti a un tribunale. Il diritto internazionale prevede che le persone salvate in mare debbano essere portate in un porto sicuro e quelli libici, nonostante la mistificazione della realtà da parte del governo italiano, non possono essere considerati tali”, sostiene il deputato di Liberi e Uguali.