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“Io appartengo a lei, sono a sua disposizione”, quando Messina Denaro scriveva a Provenzano

Colpaccio’ poco fa dell’agenzia di stampa AdnKronos che, in esclusiva, ha reso noto un’inedita corrispondenza di ‘pizzini’, fra il super latitante Matteo Messina Denaro, e l’allora ‘Capo dei capi’ Bernardo Provenzano.

Si tratta di circa una decina di messaggi che, oltre a ricostruire l’atmosfera di quegli anni interni alla ‘cupola’, delineano anche la personalità del boss appena arrestato.

Messina Denaro a Provenzano: “In un mondo  dove non c’è felicità, io appartengo a lei”

“Io appartengo a lei, per come d’altronde è sempre stato, io ho sempre una via che è la vostra, sono nato in questo modo e morirò in questo modo, è una certezza ciò”.

Improntati su un livello di grandissimo rispetto, e di “fratellanza“, scrive il boss di Castel Vetrano, dove vige in primis “il rispetto delle regole“, ma anche la consapevolezza di vivere all’interno di un mondo dove ‘’non c’è felicità’’.

Messina Denaro a Provenzano: “I soldi non sono tutto, perché si può essere uomini senza una lira”

Ed ancora, scrive Messina Denaro (che conclude ogni messaggio firmandosi comesuo nipote Alessio“), in un altro passaggio, “I soldi non sono tutto, perché si può essere uomini senza una lira e si può essere pieni di soldi ed essere fango“.

Messina Denaro a Provenzano: “Non posso aiutarla, non abbiamo più a nessuno, sono tutti dentro”

Trent’anni di latitanza quelli del boss di Castel Vetrano, spesso resi ‘difficili’ dall’incalzare degli inquirenti che, come racconta Messina denaro a Provenzano, “Purtroppo non posso aiutarla perché a Marsala al momento non abbiamo più a nessuno, sono tutti dentro, pure i rimpiazzi e i rimpiazzi dei rimpiazzi“.

Messina Denaro a Provenzano: si parla di “onestà e comprensione”, ma nel frattempo il sangue continua a scorrere

Una corrispondenza pratica e molto lucida quella fra i due, con ‘Zio Bernardo’ che, specie negli ultimi tempi, presumibilmente, legge e scrive alla luce delle candele, quasi ‘esiliato’ nella masseria di Montagna dei Cavalli vicino – a Corleone – dove l’11 aprile del 2006 le forze dell’ordine riusciranno a stanarlo dopo ben 40 ani di latitanza.

Eppure, a leggere con attenzione questo scambio epistolare, sorprende l’uso fra i due di termini comeonestà” o “comprensione“, che in un ambiente come il loro sembrano invece rappresentare quanto di più lontano. Nel frattempo il tempo scorre, così come il sangue che i due contribuiscono a far colare lungo le strade del Paese ma, per lefeste comandate’, l’affetto è sempre l’elemento preponderante: “spero che per lei e i suoi affetti sia un annuo nuovo migliore“.

Messina Denaro a Provenzano: “Lei è sempre nel mio cuore, sono a sua completa disposizione e sempre lo sarò”

Insomma fra lo ‘Zio’ ed il ‘Nipote’ vige un reciproco rispetto, ma anche dell’affetto sincero. Del resto ‘Alessio’ sa e non indugia a scriverlo, che “‘Zio Bernardo’ è il garante di tutti e di tutto, che si adopera per l’armonia e la pace per tutti noi“. Ed infatti, così come’ prevedono le regole’, Messina Denaro si rivolge a Provenzano per risolvere ‘un problema personale’ circail mio paesano”, che in codice era il ‘re dei supermercati Despar’, vittima di richieste  di pizzo da parte di un altro mafioso: “La ringrazio di cuore che lei si sta interessando a questo mio problema“.

Insomma Messina Denaro è un ‘fedele e riconoscente picciotto’ che, puntualmente, non esita a dimostrare la sua lealtà e tutto il suo affetto per ‘Zio Bernardo’, come scrive al termine delle sue missive: “Lei è sempre nel mio cuore e nei miei pensieri, se ha bisogno di qualcosa da me è superfluo dire che sono a sua completa disposizione e sempre lo sarò. La prego di stare sempre molto attento, le voglio troppo bene“.

Max