KENYA: ATTACCA CAMPUS UNIVERSITARIO NELL’EST AL-SHABAAB, PIÙ DI 140 MORTI. CONDANNA DEL PAPA

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    Il Papa “condanna questo atto di brutalità senza senso e prega per un cambiamento del cuore di chi lo ha perpetrato”. “Profondamente rattristato dalla immensa e tragica perdita di vite”, il Papa prega per le vittime e i loro cari. Lo si legge in un telegramma al card. Njue inviato dal card. Parolin a nome di papa Bergoglio sulla strage a opera dei terroristi islamici di Al Shabaab avvenuta in un campus universitario in Kenya. I miliziani che ieri hanno ucciso 147 persone nell’attacco al college di Garissa, nell’est del Kenya, avevano ampiamente pianificato l’operazione e sapevano esattamente dove colpire: lo ha detto all’agenzia Ap una studentessa 21/enne cristiana sopravvissuta al massacro, Helen Titus. “Avevano fatto ricerche sulla nostra area, sapevano tutto”, ha detto la ragazza, che è stata colpita a un polso e adesso è ricoverata in ospedale a Garissa, teatro dell’attacco degli estremisti islamici al-Shabaab. All’alba di giovedi’, quando i miliziani hanno fatto irruzione nel campus, si sono diretti subito verso un’aula usata dai cristiani per le preghiere del mattino, ha spiegato Titus. Per scampare all’attacco, la studentessa ha inoltre raccontato di essersi cosparsa del sangue dei suoi compagni di classe e di avere fatto finta di essere morta durante il più violento attacco degli Shabaab in Kenya. I miliziani hanno anche detto agli studenti nascosti nelle loro stanze di uscire, assicurando loro che non sarebbero stati uccisi. Ma cosi’ non è stato. “Ci siamo chiesti se uscire o meno”, ha detto Titus: molti studenti sono usciti e gli estremisti hanno cominciato a sparare contro di loro. Allo stesso modo, i terroristi hanno detto che non avrebbero ucciso le donne, ma hanno ucciso anche loro, prendendo di mira i cristiani, ha proseguito la studentessa. La furia jihadista degli estremisti somali al Shabaab si è abbattuta ieri contro un campus universitario in Kenya, prendendo di mira gli studenti cristiani. Almeno 147 i morti accertati, ancora incerto il numero degli studenti presi in ostaggio, quattro i terroristi uccisi. E’ a dir poco drammatico il bilancio dell’attacco dei miliziani legati ad al Qaeda al college di Garissa, nell’est del Paese e a soli 145 km dal confine somalo. Erano da poco passate le 5 e 30 del mattino quando un gruppo di uomini armati a volto coperto si è introdotto nel campus sparando alla cieca e seminando il terrore tra gli studenti, ancora insonnoliti. E’ l’inferno. Le prime testimonianze hanno riferito di colpi d’arma da fuoco seguiti da esplosioni. Agenti e soldati hanno subito circondato gli edifici cercando di mettere l’area in sicurezza. Ne è seguito un fuggi fuggi generale, mentre dall’ateneo giungevano le notizie delle prime vittime. Poi il terrore. Dopo avere rivendicato l’attacco, è giunta la notizia della presa degli ostaggi da parte del gruppo estremista somalo. I jihadisti, ha riferito la Bbc, hanno separato i giovani cristiani da quelli musulmani e rilasciato una quindicina di studenti di religione musulmana. “La maggior parte delle persone ancora là dentro sono ragazze”, ha raccontato uno studente di 20 anni, Michael Bwana, riferendosi al dormitorio dove i terroristi hanno organizzato il sequestro. Alcuni sopravvissuti al blitz hanno testimoniato di aver visto “diversi corpi decapitati”.