L’Italia è il peggior paese europeo dal punto di vista della corruzione di Gianmarco Chilelli

    cover-corruzioneAlla ventesima edizione del CPI, Corruptions Perceptions Index, l’Italia vede confermata dalla società no-profit Transparency International la posizione e il punteggio dell’anno scorso. Infatti nel 2013, proprio come accaduto in queste ultime ore, l’Italia fu inserita all’ultimo posto nella classifica europea e al 69esimo posto in quella mondiale con un punteggio di quarantatre su cento. In questa edizione dell’evento sulle stime della corruzione a livello mondiale il nostro paese si vede affiancato da Grecia, Bulgaria e Turchia. All’ incontro sono  presentiVirginio Carnevali, Presidente di Transparency International Italia,Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere, eMarcella Panucci, Direttore Generale di Confindustria. In merito alla stima sull’ Italia Virginio Carnevali afferma: “L’Indice di Percezione della Corruzione (CPI) 2014 evidenzia come il nostro paese non sia ancora riuscito a intraprendere la strada giusta per il suo riscatto etico. Non possiamo restare fermi a guardare ancora per molto, mentre invece altri paesi fanno progressi: come cittadini possiamo e dobbiamo essere parte attiva nella lotta contro la corruzione”. In merito proprio alla svolta etica in Italia è stato ideato uno strumento che responsabilizzi la società civile e permetta di avvalersi di istituzioni non più distanti ma fortemente d’aiuto per le vittime o i testimoni di atti di corruzione, tale strumento è il servizio di allerta anticorruzione, ideato per facilitare le denunce a carico dei disonesti. Ovviamente la corruzione è un problema che scaturisce da un insieme di cause concatenate, infatti secondo Ferruccio Dardanello anche per quei soggetti non spinti dalla mera avidità si può rintracciare  una “corruzione alimentata dall’eccessiva e inutile burocrazia” e a tal fine “occorrono azioni volte a semplificare il rapporto tra Pubblica Amministrazione e impresa”. Nel 2012 suscitò molto clamore la diffusione della notizia secondo cui la corruzione corrispondesse al 3 per cento del PIL, poi tale cifra fu ridimensionata dalla Corte dei Conti che stimò quel dato come esagerato.  In effetti le stime riguardo i flussi economici sommersi sono sempre complicate dalla scarsa quantità di dati a riguardo, tuttavia intorno ai 3 punti percentuali probabilmente si assesta la cifra comprensiva di corruzione, evasione e attività criminali redditizie come per esempio lo sfruttamento della prostituzione. Dunque il dato emergente oggi è che Raffaele Cantone, presidente dell’ ANA, dovrà prodigarsi molto nel coordinare le azioni dei vari ministeri, degli organi giuridici preposti e delle forze dell’ordine più in generale, affinché il male che da sempre affligge la nostra penisola sia ridimensionato.