Lazio, tra passato e futuro: le parole di Lotito

    Sessantadue anni, 10 di Lazio. Il tempo per Lotito passa, l’ultimo periodo è stato tinto di biancoceleste. Il presidente della Lazio ha spento oggi 62 candeline ed è intervenuto sulle frequenze di Lazio Style Radio per raccontare la sua presidenza tra passato, presente e futuro: “Sono onorato di poter rappresentare questa società – Ha dichiarato Lotito –  Il fatturato era inizialmente di 84 milioni, ne perdevamo 86 ed il club aveva 550 milioni di debiti quando sono entrato io. Oggi siamo una realtà forte economicamente. Sono stati fatti tanti investimenti sui campi sportivi. Ora la Lazio è un club appetibile per i giocatori: una grande famiglia che può vedere al futuro senza la paura di non esserci domani. Io sono il proprietario dal punto di vista giuridico, ma ho l’obbligo di tutelate la tradizione e la storia del club, dare forza e conseguire risultati sportivi anche a livello internazionale”. 

    Lotito: “Mi aspetto un riscatto” 

    Continua il presidente biancoceleste: “Il fair play ripercorre tutte le tappe dei valori dello sport: spirito di gruppo, spirito di sacrificio, e soprattutto il merito. Non si vive solo di trofei. La Lazio è molto attiva negli ospedali, nelle scuole… Abbiamo una grande responsabilità di amministrare un patrimonio sportivo dal 1900. Un patrimonio da conservare, da preservare e da tramandare, continuando a crescere costantemente. Senza questi ingredienti fondamentali non potremmo costruire il futuro cittadino di domani. Essere laziali significa incarnare questi valori. Mi auguro che la Lazio – oltre a rappresentare il passato e il presente – sia anche il futuro delle nuove generazioni”. Il presidente Lotito ha poi detto la sua sulla Supelega, la nuova competizione europea che potrebbe prendere vita nei prossimi anni: “Per la Superlega ci sono due filosofie: una legata solo al business e una che invece rappresenta la passione dei tifosi. Non possiamo privare i tifosi di conseguire grandi risultati, quindi bisogna dare a tutti l’opportunità di partecipare. Il mio intervento a Madrid l’ho fatto con il cuore e con la testa. Non dobbiamo privare lo sport del calcio della sua anima vera: la passione, il sogno. Un principio garantito dalla Costituzione. Mettere nelle condizioni chiunque di concorrere per un risultato. Il problema della rappresentanza è quello del consenso: i voti contano ma non si pesano. Ogni società deve avere le stesse opportunità. Non esiste che un club ricco conti di più. È finito il tempo dei servi della gleba, non esistono più vassalli e valvassori, ma pari dignità: conta la maggioranza democratica. Parliamo di prevedere le strategie del calcio dei prossimi vent’anni e quindi devono concorrere tutti. Le strategie non possono essere calate dall’alto: in tale caso, una società subirebbe una visione esclusivamente di business, senza valori. Il calcio, per suo potere mediatico, ha grande responsabilità. Chi rappresenta i club dovrebbe porsi il problema di assumere un ruolo istituzione consono al ruolo svolto”. In chiusura Lotito analizza il momento attuale della Lazio e l’imminente finale di Coppa Italia con l’Atalanta: “Io mi sento di dire che questa è una squadra che può competere alla pari con tutti. Ad oggi purtroppo abbiamo una posizione in classifica che non rispecchia le nostre reali qualità. Mi auguro il colpo di coda finale che possa poi riscattare le qualità e l’organizzazione di questa società”.