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Le piscine dello Stadio di Terni ‘tradiscono’ i loro abbonati che, insieme al Codici, danno vita ad una class-action

Una storia ingarbugliata, fatta di annunci e promesse, di intoppi e, come purtroppo spesso accade in questi casi, di svantaggi per i consumatori. È quella delle Piscine dello Stadio di Terni. Una vicenda che l’associazione Codici sta seguendo da vicino con la delegazione umbra e su cui ora ha deciso di avviare una class action.

Piscina dello Stadio di Terni, il Codici: “La storia, purtroppo, è sempre la stessa: alla fine a rimetterci sono i consumatori”

Come spiega il Segretario Nazionale di Codici, Ivano Giacomelli, “In questi anni segnati profondamente dalla pandemia si sono registrati numerosi casi di impianti sportivi che hanno chiuso a causa di difficoltà economiche. Siamo intervenuti in diverse situazioni del genere e con la delegazione Umbria ci siamo attivati per seguire anche la vicenda di Terni. La storia, purtroppo, è sempre la stessa: alla fine a rimetterci sono i consumatori. Chiaramente non è giusto. Per questo abbiamo deciso di avviare una class action per tutelare gli utenti danneggiati dalla sospensione delle attività”.

Piscina dello Stadio di Terni, il Codici: “La pazienza è finita, abbiamo deciso di avviare una class action”

Da canto suo, aggiunge il Segretario di Codici Umbria, Massimo Longarini, “Centinaia di abbonati hanno perso i loro soldi, ed ora devono essere rimborsati. Lo abbiamo chiesto al Comune di Terni ed alla società concessionaria, ma purtroppo non abbiamo ricevuto risposte in tal senso. Non ci sembra un comportamento corretto. Sono mesi, ormai, che la vicenda delle Piscine dello Stadio si trascina, tra attività sospese, annunci e promesse, tra polemiche e l’immancabile scaricabarile. In questi giorni è stata riaperta una parte della struttura. Bene, ma non si pensi di aver risolto la situazione. Quanto successo in questi mesi non può essere archiviato e dimenticato. Abbiamo cercato la via del dialogo, ma non ci è stata data la possibilità di perseguirla. Ora basta. La pazienza è finita, i cittadini meritano risposte chiare e concrete. È per questo che abbiamo deciso di avviare una class action, un’iniziativa forte con cui chiediamo il rimborso degli abbonati, che a nostro avviso sarebbe dovuto scattare già da tempo”.

Per partecipare alla class action avviata dall’associazione Codici è possibile telefonare al numero 06.55.71.996 oppure scrivere all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.

Max