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Libia: la tregua non regge. Aumentati del 1000 per cento gli sbarchi in Italia

Secretary of Defense James N. Mattis meets with Libya’s Prime Minister Fayez Serraj Nov. 20, 2017, at the Pentagon in Washington, D.C. (DOD photo by Air Force Tech. Sgt. Brigitte N. Brantley)

Solo nel mese di gennaio sono arrivate in Italia dalla Libia 1273 persone. Altre 363 sono state recuperate nelle ultime 72 ore dalla nave Open Arms, un’organizzazione non governativa spagnola, che questa mattina ha richiesto un porto sicuro dove sbarcare. I numeri parlano di un aumento del 1000 per cento rispetto a gennaio dello scorso anno, mese in cui gli sbarchi furono 155. All’epoca a capo del ministero dell’Interno c’era Matteo Salvini.

A rassicurare il Viminale c’è solo l’intesa con Francia e Germania sulla redistribuzione dei migranti, che per il momento sembra reggere. Come riportato dal quotidiano La Stampa i migranti redistribuiti in Europa da settembre sono 464.

In Libia però la situazione è ben diversa rispetto a un anno fa. Nonostante la tregua annunciata alla conferenza di Berlino del 19 gennaio scorso, il governo di accordo nazionale di Fayez al-Sarraj e il proclamato esercito nazionale guidato da Khalifa Haftar non hanno cessato le ostilità a Sud di Tripoli, la capitale libica.

Anche la comunità internazionale, che a Berlino aveva denunciato di comune accordo il conflitto, appare nuovamente divisa. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan continua a foraggiare con soldati e armi le milizie di al-Sarraj, dalla Francia il capo dell’Eliseo Emmanuel Macron lo attacca. Il generale Haftar chiude cinque terminali per l’export petrolifero nel golfo della Sirte. Mossa che causa una perdita di 800mila barili e 55 milioni di dollari al giorno. L’inviato dell’Onu in Libia, Ghassan Salameh, commenta senza giri di parole: “La tregua regge solo a parole”.