Libia, scontri e reazioni: tensione alle stelle

    Libia, scontri e reazioni: tensione alle stelle. Serraj a Haftar: Traditore, reagiremo. E intanto le milizie di Misurata difendono il governo. Sono sempre più alte le tensioni e accesi gli scontri in Libia, dove Serraj agisce e infierisce su Haftar: “Traditore, reagiremo”, tuona, mentre intento le milizie dell’esercito di Misurata proteggono il governo. E’ una situazione di vero caos e di disordine nella quale a rimetterci, in primo luogo, è la vita comune e quotidiana di chi è incolpevole di una stasi di difficile risoluzione ma, di fatto, la vittima incapace di qualsiasi ragione. Sono infatti chiuse le scuole, i negozi presi d’assalto, le strade lastricate di corpi armati, i cittadini in preallarme o chiusi in casa, laddove possibile. Tripoli trema, Tripoli ha paura. 

    Libia, scontri e reazioni: tensione alle stelle. Serraj contro Haftar, Tripoli tesa, chiuse scuole, negozi assaltati

    Nel mentre, il premier del governo di unità nazionale se la prende co presidente francese Macron e vengono messe in azione le truppe che nel 2017 ebbero la meglio contro l’Isis in quel di Sirte. Reazione Usa, che decidono di ritirare i diplomatici e un contingente del Comando militare americano in Africa. Ne parla anche il ministro dell’interno italiano Matteo Salvini, ancora una volta a suo modo: “Preoccupato non per i migranti ma per le aziende”. In tutto questo, Khalifa Haftar decide di sfidare apertamente tutti coloro che si sono spesi per appelli internazionali e prosegue l’avanzata a Tripoli, La capitale però oppone strenua resistenza, dal momento che le lotte sono concentrate per lo più alle porte della città, esattamente a circa dieci chilometri dalla capitale che, al momento, riesce a non capitolare. La situazione è però non di meno terribilmente compromessa da tanti altri punti di vista: la città in pratica è di per sé in stato di assedio e questo ha implicato la chiusura delle scuole, almeno per i prossimi sette giorni, e la dilagante sensazione di allarme e di disordine e di guerra in senso generale ha in pratica portato molti a scegliere l’illegalità, assaltando negozi e esercizi commerciali. Peraltro, l’autoproclamato Libyan national army (Lna) diretto dal leader della Cirenaica prosegue coi suoi piani, nonostante un necessario rallentamento a fronte dello schieramento delle truppe leali all’autorità rivale, il Governo di unità nazionale (Gna) che viene attualmente riconosciuto dalla comunità internazionale e ha al suo comando il premier Fayez al Serraj. Quest’ultimo finora può beneficiare del sostegno di importanti drappelli armati fra i quali quelli di Misurata, schieratesi in favore del premier sotto assedio.