Maitig vede Conte: ma in Libia scorre sangue

    L’Incontro tra il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte e il vicepresidente del Consiglio presidenziale libico, Ahmed Maitig ha avuto luogo a Palazzo Chigi a seguito di un altro rilevante meeting che il premier italiano ha avuto con il vice primo ministro del Qatar, Al Thani, nel corso del quale si era parlato appunto della crisi in Libia. E ovviamente tra Maitig e Conte è stata la Libia e il suo drammatico evolversi bellico il cuore di un colloquio che, inserito nell’ambito di una corposa azione diplomatica condotta dal governo italiano con le autorità della Libia, si presupponeva come corretto viatico verso la necessità di ergersi a scudieri di un percorso di pace nel territorio libico stesso.

    Maitig vede Conte: ma in Libia scorre sangue: si lavora per riportare pace e stabilità all’intera ragione

    Obiettivo: riportare pace e stabilità all’intera ragione. Questo è il senso dell’incontro tra Conte e il vicepresidente del Consiglio presidenziale libico, Ahmed Maitig. Come riferisce in modo chiaro una nota di palazzo Chigi, l’incontro era indirizzato a focalizzarsi sulle possibili strategie per “far fronte alla pericolosa involuzione sul terreno e impedire lo scoppio di una guerra civile suscettibile di gravi conseguenze per la popolazione libica e la stabilità dell’intera regione euro-mediterranea.”. Ma la situazione in Libia degenera di ora in ora. Una autobomba è esplosa a Sidi Khalifa nel centro di Bengasi, Libia orientale: il focus dell’attentato, secondo le indiscrezioni che trapelano, era il responsabile della direzione dell’antiterrorismo di Bengasi, il colonnello Adel Barghati. L’esplosione è infatti deflagrata al passaggio del messo su cui stava spostandosi Barghati, che però risulta essere illeso. Il colonnello e i suoi seguaci, pur se colpiti da schegge e trasferiti in ospedale, sarebbero in buone condizioni. Dal fronte internazionale, intanto, oltre all’Italia si sta sviluppando un movimento di interesse verso la pace sempre più ampio. “Abbiamo un rapporto di stretta collaborazione con diversi Paesi, compresa l’Italia” ad esempio ha dichiarato David Satterfield, consigliere speciale del dipartimento di Stato americano per il Medio Oriente. “Stiamo seguendo la situazione, sosteniamo il lavoro dell’inviato speciale dell’Onu per la Libia, Ghassan Salamé. Guardiamo con particolare preoccupazione alla situazione dei civili”, afferma. “Comprendiamo la preoccupazione dell’Italia, vista la vicinanza della Libia. Sappiamo che l’Italia vuole una soluzione che garantisca stabilità alla Libia. E’ quello che vogliono anche gli Stati Uniti”.