Manovra economica e pensioni, Salvini: ’’Quota cento a 62 anni’’

    Si è parlato di manovra fiscale, flat tax, reddito di cittadinanza, ma soprattutto pensioni: il ministro dell’Interno, Matto Salvini, ospite nel salotto politico di Raiuno, Porta a Porta, ha affrontato quelle che sono le tematiche più discusse negli ultimi tempi sul fronte politico ed economico: “Gli imprenditori mi chiedono di rivedere la o – ha dichiarato – faremo quota 100 ma per me il limite di 64 anni è troppo alto, io ho chiesto al massimo 62 o 41 e mezzo di contributi”.  Il vicepremier leghista ha però anche annunciato un prossimo incontro con Silvio Berlusconi: “Conto di vederlo nelle prossime ore perché c’è un’azienda che ha voglia di crescere e correre: credo che sia la possibilità di trovare un accordo”.  Per quanto riguarda il condono fiscale, Salvini si è affrettato a correggere Tria: “Lo Stato incasserà almeno 20 miliardi di euro dalla pace fiscale e non tre come ha detto Tria – ha detto – ma si sa che il ruolo del ministro dell’Economia è quello di mediare, frenare…”.  Ma se proprio in campagna elettorale il leader leghista si era mostrato ottimista e in grado di realizzare diversi punti, adesso frena le aspettative: “Quest’anno cosa faremo? L’inizio dello smontaggio della Fornero, l’avvio della flat tax, la pace fiscale e l’avvio del reddito di cittadinanza purché non sia assistenza: tutto questo rispettando i vincoli europei – ha chiartito – Conto di governare 5 anni, checché ne pensino Renzi,  Boschi e compagnia cantante”. Il tema immigrazione rimane, però, uno dei punti centrali dell’agenda politica del vicepremier, in grado persino di fargli raddoppiare i consensi: “Il pacchetto immigrazione-sicurezza lo porteremo in consiglio dei ministri entro fine mese, sarà un  decreto legge che poi discuterà il Parlamento: anzi due uno sui migranti, uno sulla sicurezza”.  Dopo essere finito sotto inchiesta per sequestro di persona relativo al caso della nave Diciotti, il leader leghista riconferma la sua linea di chiusura totale: “Faccio in modo che le navi non arrivino, se risuccedesse rifarei esattamente quello che ho fatto, mettendo in sicurezza donne, malati e bambini, se vogliono indagarmi ancora lo facciano ancora, se pensano di fermarmi   dandomi del sequestratore o bloccandomi i conto corrente si sbagliano, io vado avanti col portafoglio vuoto e il cervello pieno”. 
    I 49 milioni di rimborsi pubblici che la Lega è stata condannata a restituire del resto non ci sono più. “I soldi non ci sono né in Italia né in Lussemburgo, è tutto certificato”. Belsito, l’ex tesoriere della Lega, dice che ha lasciato 40 milioni? “Ma dove li ha lasciati? Non mi fido di chi è stato condannato a qualche anno:  non so quanto c’era in cassa nel 2013, quando sono diventato segretario, ma ogni spesa è documentata”, assicura. Quanto a Alessandro Di Battista che dal Guatemala ha detto che la Lega deve restituire ogni euro  Salvini lo liquida così: “ma se sto in Guatemala con la mia famiglia mi godo la mia famiglia, che cazzo mi occupo dei soldi della Lega? E’ una battaglia interna”. All’Onu che ha lanciato l’allarme per il crescente razzismo in Italia, anticipando che invierà delle ispezioni, il vicepremier leghista risponde ancora a muso duro: “Le lezioncine   di un organismo come l’Onu lasciano il tempo che trovano, diamo all’Onu 700milioni di euro all’anno, voglio che mi dicano come spendono ogni euro, se li utilizzano per fare cose o se fanno cene nei ristoranti stellati”. In ogni caso il governo gialloverde, così assicura Salvini, “diminuirà il contributo a migrante di 10,15 euro”. Infine sul  dibattito sulle nazionalizzazioni il leader leghista   ancora una volta non si distingue dagli alleati pentastellati.  
    E anche su Genova frena. “In un momento così grave per Genova e per l’Italia non si può essere tifosi del tutto pubblico e del tutto privato: bisogna costruire bene in fretta: occorre un commissario e il mio obiettivo è che sia il pubblico ad avere la regia con fondi privati”. “Autostrade  faccia dieci passi di lato e chieda scusa, cosa che non ha fatto sufficientemente: le polemiche tra il governatore e i ministri non fanno bene”.