Mattarella ricorda la strage di Stazzema

    Ricordo, emozione, intensità emotiva e storica e anche un messaggio importante non solo per il presente ma anche per il futuro. “Il commovente saluto della Repubblica si unisce a quello di tutti gli italiani e di tutti gli europei che considerano indispensabile l’eredità di libertà, diritti e solidarietà che, dopo la liberazione, i nostri popoli hanno saputo costruire e che siamo sempre chiamati a difenderci da ogni minaccia” . Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione rilasciata dal Quirinale, ricorda la strage di Sant’Anna di Stazzema commessa dai nazisti il 12 agosto 1944 e ha causato la morte di 560 persone di cui 130 bambini. “Sant’Anna di Stazzema è nel cuore degli italiani – sottolinea il Capo dello Stato – Lo spaventoso massacro nazifascista, condotto il 12 agosto, settantaquattro anni fa, costituisce uno dei vertici inumani più scioccanti che la guerra possa toccare , suscitando l’orrore tra il Contemporaneamente, la fermezza e la dignità mostrata dalla popolazione di Sant’Anna nel ricostruire la comunità dopo la terribile tragedia e nel trasmettere ai giovani la memoria e i valori fondamentali della vita hanno permesso di accumulare preziosi tesori per tutto il Paese, il suo tessuto democratico, la sua cultura di pace “. “In questo giorno di ricorrenza, desidero esprimere il rinnovato dolore per le tante vite innocenti così crudelmente torturate, e allo stesso tempo i sentimenti di vicinanza alle famiglie delle vittime, ai discendenti, a tutti coloro che ora partecipano le celebrazioni di Sant’Anna di Stazzema. Il commovente saluto della Repubblica si unisce a quello di tutti gli italiani e di tutti gli europei che considerano il patrimonio di libertà, diritti e solidarietà che, dopo la liberazione, i nostri popoli hanno saputo costruire e che siamo sempre chiamato a difendersi da ogni minaccia “. “Una ferocia spietata – continua Mattarella – infuriava poi su bambini, donne, anziani indifesi, rompere sentimenti e speranze, oltraggiare i loro corpi, nascondere ogni segno di umanità negli stessi torturatori. Ci possono venire violenza, odio, mania di dominio: questo ricordo dà alle nostre coscienze un avvertimento che non può mai essere cancellato “. “Ora tocca al nostro impegno e alle nostre responsabilità personali e collettive rafforzare la cultura della vita, la pace tra uomini e popoli liberi, la solidarietà necessaria per creare uno sviluppo veramente condiviso e sostenibile”, conclude il presidente della Repubblica.