MENTRE LA UE CHIUDE LE CENTRALI A CARBONE, IN ITALIA NE INAUGURANO ANCORA: BLITZ DI GREENPEACE A SALINE JONICHE, ATTIVISTI SCALANO LA CIMINIERA, ‘STOP CARBONE’

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    “Lungo la rotta non possiamo ignorare tutte le testimonianze del presente ‘fossile’ di questo Paese, dove il governo ostacola la crescita delle fonti pulite, scommette sulle trivelle, sembra dimenticarsi del carbone. Qui a Saline, ancora nel 2016, resta in piedi il progetto di convertire l’ex Liquichimica, un vero e proprio cimitero industriale, in una centrale a carbone. Un disastro per questo territorio e una scelta sbagliata per l’Italia”. Così, Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace. Perché in n Europa il Belgio, le tre Repubbliche Baltiche e altri Paesi ancora hanno già chiuso tutte le centrali a carbone; il Portogallo lo farà entro il 2020; Regno Unito, Finlandia e Austria entro il 2025; i Paesi Bassi entro il 2030. Greenpeace chiede al governo, che ha già dichiarato più volte di voler abbandonare il carbone, di indicare una data precisa. Così nella notte, un gruppo di attivisti di Greenpeace è entrato nell’impianto della ex Liquichimica Biosintesi, a Saline Joniche, in provincia di Reggio Calabria, dove potrebbe sorgere una nuova centrale a carbone. Due squadre di climber hanno scalato la ciminiera dell’impianto. Sulla ciminiera dell’impianto gli attivisti di Greenpeace hanno tracciato la scritta “Stop carbone”, lunga circa 70 metri, leggibile fino a due chilometri di distanza. Alle prime luci dell’alba, gli attivisti hanno anche composto la scritta “No al carbone” con la tecnica del light painting ai piedi della ciminiera, mentre altri hanno aperto uno striscione sul quale si legge “Stop carbone, accendiamo il sole”. L’azione di oggi fa parte del tour italiano della Rainbow Warrior, la nave ammiraglia di Greenpeace, arrivata a Bari pochi giorni fa e diretta a Catania.